Così Macron sfrutta gli immigrati regolari per le Olimpiadi

Due inchieste giornalistiche mettono in luce le condizioni lavorative nei cantieri delle Olimpiadi di Parigi 2024. Immigrati privi di documenti, sottopagati e sfruttati

Così Macron sfrutta gli immigrati regolari per le Olimpiadi

Nella Francia del presidente Emmanuel Macron decine di immigrati irregolari vengono sfruttati nei vari cantieri che riguardano le Olimpiadi parigine del 2024. Sì, è lo stesso Macron che faceva la predica all'Italia sull'accoglienza dei migranti arrivando a definire, con una reazione a dir poco isterica, il comportamento del nostro Paese nella vicenda Ocean Viking "inacettabile", sottolineando che l’atteggiamento dell’Italia è "contrario al diritto del mare ed allo spirito di solidarietà europea", salvo poi espellere senza troppi complimenti 44 dei 244 migranti fatti sbarcare a Tolone. Ora due nuove inchieste di Libération e Le Monde sullo sfruttamento di immigrati irregolari nei cantieri delle Olimpiadi del 2024, sulle quali Macron ha puntato moltissimo, rischiano di ledere l'immagine "buonista" dell'inquilino dell'Eliseo.

Immigrati privi di documenti al lavoro per le Olimpiadi

Le Monde ha incontrato e intervistato diversi lavoratori privi di documenti nei siti olimpici nella periferia nord di Parigi. Tutti immigrati irregolari. È la storia, ad esempio, di Moussa (nome fittizio per tutelare la persona), assunto come operaio per scavare e preparare il cemento. Peccato che non abbia, come lui stesso ha dichiarato, "nessun contratto, nessuna busta paga, nessuna vacanza". Moussa viene pagato 80 euro al giorno, sia che finisca alle 5 del mattino o alle 21. Senza documenti e residente in Francia da 13 anni, questo maliano di 42 anni non può reclamare quanto gli è dovuto. "Siamo qui per sopravvivere, non abbiamo scelta, anche se le cose non sono andate come volevamo, non ci arrenderemo", ha raccontato al quotidiano francese. Il cantiere nel quale lavora da quattro mesi non è un cantiere qualsiasi: è il villaggio degli atleti per i Giochi Olimpici e Paralimpici di Parigi del 2024. Ospiterà 14.000 sportivi e il loro staff, a cavallo tra i quartieri di Saint-Denis, Saint-Ouen e Ile-Saint-Denis. Una vetrina internazionale per le grandi imprese di sviluppo immobiliare e di costruzioni, come l'ha definita l'ente pubblico incaricato della realizzazione dei siti, la Société de livraison des ouvrages olympiques.

Scoppia il caso in Francia

Anche Libèration ha incontrato dieci maliani privi di documenti che hanno lavorato in alcuni cantieri per diverse società subappaltatrici, tra cui grandi nomi dell'edilizia come de Vinci GCC Construction o Spie Batignoles. "Ifrancesi non vogliono fare questo lavoro. Sul cantiere ci sono quasi solo stranieri. Pakistani per l'elettricità, arabi per l'idraulica, afgani per la muratura. I bianchi sono quelli che stanno negli uffici", spiega al quotidiano francese lo stesso Moussa. Un problema di cui sono consapevoli gli organizzatori, che però precisano di aver preso provvedimenti per cercare di porre fine alla pratica del lavoro illegale, evidentemente senza grande successo. "Troviamo nei cantieri dei Giochi olimpici pratiche che riscontriamo altrove nel settore edile, ma abbiamo un sistema di sorveglianza" , afferma Bernard Thibault , membro del comitato organizzatore. Nel frattempo, il governo francese corre ai ripari, annunciando di voler regolarizzare gli immigrati che lavorano attraverso una nuova bozza di legge sull’immigrazione che, come riporta Avvenire, è fortemente contestata dalle Ong dei diritti umani poiché facilita le espulsioni, con buona pace di chi vede nella Francia il paradiso dell'accoglienza dei migranti.

"Vogliamo quelli che sgobbano, non quelli che rapinano", ha sottolineato il ministro dell’Interno d’Oltralpe, Gérald Darmanin sulla radio pubblica France Info, assicurando che con il nuovo testo gli stranieri non in regola, a cominciare dai sans papiers, "saranno integrati se lavorano e parlano francese, espulsi se commettono un atto di delinquenza".

Così Parigi prova a risolvere una situazione che sta mettendo in imbarazzo il governo e il presidente Macron. Che, evidentemente, non è nelle condizioni di fare la morale a nessuno sulla gestione dei flussi migratori. Tantomeno all'Italia.

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