Dall'immigrazione alla politica estera, passando per l'economia: tutti i temi caldi alle elezioni Usa

La campagna elettorale Usa è ormai agli sgoccioli. Mentre i due candidati si preparano al rush finale, un veloce ripasso di quelli che sono stati e saranno i temi in grado di spostare le intenzioni di voto

Dall'immigrazione alla politica estera, passando per l'economia: tutti i temi caldi alle elezioni Usa

Mancano una manciata di giorni alle elezioni Usa. La campagna elettorale 2024-che non ha risparmiato alcun colpo di scena- ha ruotato attorno a una serie di temi principali che riflettono i timori e le priorità degli elettori americani: una combinazione di questioni economiche, sociali e di sicurezza, in un contesto di incertezza globale e nazionale. Anche in quest’occasione, i principali argomenti della campagna elettorale si presentano come una crasi (im)perfetta tra questioni decisamente pragmatiche e le classiche moral issues, che sembrano scuotere soprattutto minoranze e giovanissimi.

Migranti e confine con il Messico

Una questione decisamente polarizzante che segna una cesura profonda tra Gop e dem. La gestione dei confini e le politiche sull'immigrazione restano argomenti critici, specialmente con l’aumento dei flussi migratori al confine sud. I repubblicani puntano su politiche di controllo più rigide, mentre i democratici sono generalmente più favorevoli a politiche di accoglienza e riforme che regolarizzino lo status dei migranti già presenti. Se il tema aveva portato Donald Trump e Joe Biden a scontrarsi duramente sul come e il quanto, i toni sono diventati ancora più accesi con l'accesso di Harris alla corsa per la Casa Bianca. Per non parlare poi della questione degli elettori portoricani che, dopo l'evento al Madison Square Garden del Maga, ora costituiscono un nuovo campo di battaglia elettorale.

Su questo tema non si sono risparmiati colpi di ogni genere: nonostante l'amministrazione Biden sia giunta a conclusioni radicali sul confine meridionale, Harris difende il suo primato in qualità di persecutrice delle organizzazioni criminali, accusando Trump di aver affossato il progetto di legge bipartisan che avrebbe messo in sicurezza il confine sud con il Messico. Trump, dal suo canto, affronta il problema agitando i peggiori spauracchi e soffiandoli sulle paure e le fragilità di vaste aree in difficoltà, come quando ha accusato gli immigrati clandestini di "mangiare i gatti e i cani, i nostri animali domestici". Oppure il refrain secondo qui i nuovi immigrati "stanno prendendo i lavori che sono occupati dagli afroamericani", scatenando fortissime tensioni interetniche. Sta di fatto che quello della permeabilità del confine meridionale si configura come un'emergenza nazionale, soprattutto se legata ad altre due crisi: quella del fentanyl e lo strapotere di certi cartelli della malavita, che si stanno impossessando delle metropoli Usa: primo fra tutti il cosiddetto Tren de Aragua.

Inflazione ed economia

Un altro campo minato che prende "alla pancia" gli elettori americani. Harris e Trump nei loro scontri a distanza respingono-come da rito- le accuse sul peggioramento dei dati macroeconomici intestandosi le (poche) vittorie degli ultimi anni in fatto di benessere economico. L'inflazione-ora attestatasi sul 2,4%- resta un tema centrale, soprattutto per l'impatto che ha sul costo della vita. I candidati stanno proponendo piani per ridurre la corsa dei prezzi, sostenere le famiglie e migliorare i salari. La disoccupazione e il costo della sanità sono argomenti strettamente correlati che vengono affrontati, insieme al debito pubblico e alla sicurezza sociale.

Fin dal loro primo e unico duello televisivo, agli inizi di settembre, il dibattito fra i candidati su questi temi è stato un continuo fuoco di cifre e di accuse reciproche. Per Trump gli avversari sono i responsabili dell'inflazione che sta mangiando il potere d'acquisto delle famiglie, per Harris l'avversario è l'uomo che vuole de-tassare solo le grandi corporation e i redditi milionari. Trump, dal proprio canto, nega di voler tassare ulteriormente i consumi, come sostenuto dalla sua avversaria, ma difende l'idea di nuove tariffe sulle importazioni dai competitor degli Usa. Interessante notare come su questo punto, i grandi ricchi americani sembrano aver mostrato nelle ultime settimane una certa preferenza per Harris, non tanto per le sue idee concrete, quanto per la stabilità che emanerebbe, funzionale ai propri affari.

Politica estera

Si tratta di un tema che raramente ha spostato importanti fette di elettorato, che di norma predilige i temi domestici che toccano la vita quotidiana. Tuttavia, nel bel mezzo della crisi internazionale più grave della Guerra Fredda, le relazioni estere degli Usa avranno un peso importante in queste elezioni. Non solo perché l'impegno Usa nella guerra in Ucraina come in Medio Oriente implicano "assegni in bianco" (cit.), ma perché scuotono fette di elettori molto più sensibili ai temi internazionali: del resto, le elezioni di metà mandato, avevano già dimostrato il ruolo che la Gen Z-perennemente sulle barricate su determinate battaglie-ha nelle dinamiche elettorali.

Trump ha accusato la sua avversaria di odiare Israele, ricordando la sua assenza al discorso di Benjamin Netanyahu al Congresso. Harris ha invece mantenuto un atteggiamento ambiguo, ribadendo la scelta pro-Israele del governo degli Stati Uniti, ma aprendo al diritto dei palestinesi di avere una patria, nonostante non abbia accolto le rimostranze di questi ultimi, rifiutandosi di accoglierli sul palco della convention dem di questa estate. E poi c’è la guerra in Ucraina, finita nell’ombra: se Harris, parlando della sua esperienza in giro per il mondo come vicepresidente, accusa il suo avversario di essere confuso sul tema, difendendo la linea dell’amministrazione Biden, Trump seguita a ritenersi come l’uomo che potrà risolvere il conflitto dialogando con quel "good guy" di Vladimir Putin chiudendo il conflitto in 24 ore. Ma al di là delle reciproche boutade, in ballo c’è molto di più: la prossima amministrazione Usa dovrà riscrivere il ruolo dell’America del mondo in un’era di egemonia in declino.

Clima, sanità, aborto

La crisi climatica e la transizione energetica sono al centro di un dibattito acceso, con il campo diviso tra la promozione delle energie rinnovabili e il potenziamento della produzione di combustibili fossili. Sullo sfondo di questa frattura si snoda anche la discussione sugli impatti economici di tali politiche, mentre i candidati cercano di bilanciare la crescita economica con la sostenibilità ambientale. Su questo tema entrambi presentano delle incoerenze: da un lato, lo scivolone di Harris sul fracking, dall’altro Trump che ha caricato sul suo carrozzone Elon Musk, il più grande magnate al mondo di auto elettriche.
Anche la sanità resta un tema sensibile, specialmente per quanto riguarda i costi e l’accesso ai servizi. La recente decisione della Corte Suprema di ribaltare la Roe v. Wade, poi, ha riportato l’aborto al centro del dibattito politico, con i democratici generalmente a favore del diritto di scelta e i repubblicani che sostengono, in molti casi, l’introduzione di restrizioni più severe. Diritti sociali e giustizia per le minoranze spaccano ulteriormente l’elettorato. LGBTQ+, lotta al razzismo sistemico, parità di genere e riforma della giustizia penale sono alcuni dei temi su cui si confrontano le due parti, tra politiche di inclusione e valori più tradizionali, soprattutto nel Dixie, dove i dem sono costretti a mostrarsi meno progressisti che sulle coste.

Istruzione, criminalità, fiducia nel sistema elettorale

Il fronte dell’istruzione si concentra sui contenuti dei curricula scolastici, con temi come l’educazione sessuale, la storia del razzismo e i diritti LGBTQ+ in primo piano. Tra gli altri aspetti, emerge la necessità di ridurre i costi dell’istruzione superiore e potenziare l’accesso a scuole pubbliche di qualità. Resta sulla cresta dell’onda la questione del debito universitario studentesco, un tema caldo che tocca milioni di famiglie, e sul quale l’amministrazione Biden ha registrato un impegno deciso.
Sul tema della criminalità, le posizioni divergono: nelle aree urbane, i repubblicani fanno leva su una retorica incentrata sulla sicurezza e sul sostegno alle forze di polizia, mentre i democratici puntano a migliorare le condizioni sociali per ridurre il crimine, pur mantenendo una linea dura contro i reati violenti. Tra i temi emergenti, invece, il rapido avanzamento dell’intelligenza artificiale e la regolamentazione delle big tech alimentano il dibattito.

L’equilibrio tra innovazione, tutela della privacy e controllo sulle grandi aziende digitali vede i repubblicani favorevoli a una regolamentazione più leggera e i democratici orientati verso una tutela più stretta dei dati personali. Infine, la fiducia nel sistema elettorale, scossa dalle accuse di brogli nelle scorse elezioni, resta al centro della scena.

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