Spieghiamo la cartina sul tavolo e guardiamo i Paesi dall'alto. Guardiamo quasi al suo centro, al cuore del mondo: Israele. Ripensiamo alla sua guerra - quasi intestina perché combattuta in una terra che, di fatto, circonda - a Gaza. Alziamo lo sguardo a nord, verso il Libano, dove Hezbollah ha giurato vendetta allo Stato ebraico che, da anni, continua con i suoi omicidi mirati nel Paese dei cedri (che non dimentica, e forse non lo farà mai, di essere stato invaso). A nord est, dopo il lembo di terra conteso delle alture Golan, c'è la Siria di Bashar al Assad, il cui regime è l'unico ad essere uscito indenne dalle primavere arabe. Continuiamo il nostro percorso verso est. Le grandi pianure dell'Iraq, tagliate dal Tigri e dall'Eufrate, che sono state la culla della civiltà mesopotamica e, più recentemente, di uno Stato islamico che non accenna a scomparire. Infine, l'Iran dove gli ayatollah, dopo esser stati umiliati con l'omicidio di Ismail Haniyeh a Teheran, preparano la vendetta contro Israele.
Ed eccoci lì da dove siamo partiti. Perché, in Medio Oriente, i destini dei Paesi e dei loro popoli si incrociano continuamente. Ancora di più oggi dove tutto è connesso. Ma non fermiamoci qui. Attraversiamo il mar Caspio, con i suoi giacimenti di gas che fanno gola a tutti, e ci troviamo in Russia. E Russia, oggi, significa parlare del suo vicino - l'Ucraina - con il quale combatte ormai da due anni, dal 24 febbraio del 2022.
Perché volare su questi Paesi? Perché ricordare il filo rosso che li lega e che ci lega a loro? Perché ieri, il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Vedant Patel, ha detto: "Siamo pronti a dare una risposta rapida e severa se l'Iran dovesse procedere con il trasferimento di missili balistici, che a nostro avviso rappresenterebbe una drammatica escalation nel sostegno dell'Iran alla guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina". +Perché le guerre che ci sono al mondo, 56, sono tutte più o meno intrensicamente legate. Perché russi e iraniani sono sempre più vicini. Ma pure i nordcoreani. E dall'altra parte la Nato, che fino a prima dell'invasione dell'Ucraina era "cerebralmente morta", come aveva detto Emmanuel Macron, si è ricompattata e, anzi, cerca nuovi alleati. E così russi e ucraini non si combattono più solamente in Europa, ma anche in Africa. Solamente qualche giorno fa si erano scontrate, con i loro proxy, anche in Mali. Ogni terreno di scontro è utile per mettere in crisi l'avversario. Per colpirlo. Per portarlo a trattare o a capitolare. Perché tutto è legato. Anzi: collegato.
Ed è per questo che, oggi più che mai, è fondamentale guardare con lo sguardo più ampio possibile ciò che sta accadendo attorno a noi.Si dice che la storia sia in funzione della geografia. È vero. Ma pure le guerre lo sono, come ci ricordano i 56 conflitti in corso.
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