
I chiari segnali di nervosismo di Wall Street hanno acceso una spia rossa alla Casa Bianca. Con i dazi sui beni di Canada e Messico in vigore da appena ventiquattro ore, Donald Trump si è subito rimboccato le maniche nella giornata di ieri per calmare le acque sui mercati visto che la Borsa di New York martedì era arrivata ad azzerare tutti i guadagni post-elettorali. L'agenda del tycoon è stata alquanto densa con il telefono a dir poco bollente sia sulla linea interna che quella con i due paesi confinanti su cui il presidente statunitense ha scagliato tariffe generalizzate del 25 percento.
Si è così fatta largo nel corso della giornata di ieri una parziale marcia indietro. «Decide il presidente, ma ci aspettiamo che alcuni settori saranno alla fine risparmiati dai dazi doganali verso Canada e Messico», sono state le prime parole distensive del ministro del Commercio statunitense, Howard Lutnick, che hanno dato un primo contribuito a portare la calma a Wall Street. Tra i settori su cui si è palesata l'urgenza di un intervento tampone c'è quello automotive, probabilmente quello più intaccato dalle possibili ricadute del salasso dazi. Gli amministratori delegati di General Motors e Ford, insieme al presidente di Stellantis, John Elkann, hanno tenuto una call con il presidente Usa strappando una tregua di 30 giorni. In serata è, infatti, arrivato l'annuncio da parte della portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, della decisione di concedere un mese di esenzione dai dazi all'industria dell'auto. Immediata la reazione a Wall Street dei titoli coinvolti con oltre +9% per Stellantis, +7% per Gm e +5% per Ford a un'ora dalla campanella di chiusura. Stando a quanto riferito dall'agenzia Reuters, le tre case automobilistiche si sono contestualmente mostrate disponibili a incrementare gli investimenti negli Stati Uniti, non senza però delle garanzie su dazi e politiche ambientali. In particolare, la proposta delle big dell'automotive è di esentare dai dazi al 25% quei veicoli che rispettano le regole originarie dell'accordo Usa-Messico-Canada del 2020. Trump nella serata di ieri si è intrattenuto al telefono anche con il primo ministro canadese, Justin Trudeau. Dazi e fentanyl, l'oppioide che ha provocato decine di migliaia di morti negli Stati Uniti, sono stati i due temi portanti dell'interlocuzione durata circa 50 minuti conclusasi in modo «piuttosto amichevole», stando a quanto riferito dal tycoon sul suo social Truth, ribadendo però che non ritiene abbastanza soddisfacenti gli sforzi del Canada per fermare il flusso di sostanze stupefacenti tra i due Paesi.
Il giro di trattative proseguirà oggi con The Donald che sentirà la presidente del Messico Claudia Sheinbaum (nella foto), che ha minacciato ulteriori azioni di
ritorsione se i dazi dovessero continuare. Il Paese centroamericano non esclude di modificare le alleanze commerciali in vigore e cercare altri partner commerciali, quali Canada o altre nazioni, se i dazi resteranno in vigore.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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