Le Pen e sinistra volano nei sondaggi: il sondaggio da incubo per Macron

A due settimane dalle nuove elezioni, ultradestra e ultrasinistra volano nei sondaggi, attestandosi al primo e secondo posto. Un panorama politico molto incerto e frastagliato

Le Pen e sinistra volano nei sondaggi: il sondaggio da incubo per Macron

Sta per chiudersi la prima vera giornata della nuova campagna elettorale per le elezioni in Francia. In attesa delle elezioni legislative del 30 giugno e del 7 luglio, in un sondaggio pubblicato oggi dall'istituto Ifop, l'estrema destra del Rassemblement National rimane primo partito con il 33% delle intenzioni di voto, seguito dalla coalizione di sinistra del Nuovo Fronte Popolare (28%) e dall'alleanza centrista di Emmanuel Macron (18%).

Rn e la sindrome da "vittoria in tasca"

Nonostante il risultato forte delle elezioni europee che ha incoronato l'Rn di Marine Le Pen e del suo delfino Jordan Bardella, i sondaggi mostrano uno scenario incerto, con un riassestamento dei tre blocchi emersi dalle elezioni del 2022, che potrebbe portare il presidente francese, il cui mandato scade nel 2027, a una complicata coabitazione con un governo di colore politico diverso. Ed é proprio Rn, sentendosi con la vittoria in tasca a gettare benzina sul fuoco. Come? Annunciando che la riforma delle pensioni che innalza l'età legale a 64 anni "sarà abrogata in autunno" in caso di vittoria.

Lo ha detto il deputato uscente di Rn Jean-Philippe Tanguy. Provvedimento simbolo del secondo mandato quinquennale di Macron, la riforma approvata l'anno scorso e che aveva scatenato ondate di proteste in tutta la Francia, "sarà abrogata in autunno, previa consultazione dei partner sociali ed economici" se il RN vincerà le elezioni del 30 giugno e 7 luglio, ha detto Tanguy a Bfmtv. Secondo l'esponente di Rn, la legge sarà abrogata in autunno per non "provocare il caos" durante i Giochi Olimpici.

Cosa sta accadendo all'elettorato francese, che sta portando i due estremi dell'agone politico a prendersi il primo e il secondo posto? Ciò che appare funzionare, a destra come a sinistra, è un tratto tipico del populismo contemporaneo, ovvero la costante presenza della esaltazione del popolo e la propaganda antielitaria di cui ormai Macron appare emblema. A questo ora si aggiunge la "minaccia" dell'intervento in Ucraina, con il relativo esborso di uomini e mezzi.

Le proteste e il timore dell'astensionismo

Di fronte alla prospettiva di un governo del Rn, decine di migliaia di persone hanno manifestato durante il fine settimana e più di 200 atleti hanno invitato sul quotidiano L'E'quipe a votare contro un'estrema destra che "manipola" la paura per "dividere". "L'estremismo è alle porte del potere, abbiamo l'opportunità di decidere il futuro del nostro Paese", ha affermato il fuoriclasse del Real Madrid e della nazionale francese, Kylian Mbappè. Il ministero dell'Interno francese ha fatto sapere oggi che in una settimana ha rilasciato circa 410.000 deleghe affinchè chi non può andare a votare possa dare il proprio voto a qualcuno di sua scelta, sei volte e mezzo in più rispetto allo stesso periodo delle elezioni legislative del 2022. Il motivo è anche legato al periodo del voto, il secondo turno coincide infatti con l'inizio delle vacanze scolastiche estive.

Esattamente due anni fa, un voto fortemente sanzionatorio aveva colpito Macron. Le president, infatti, era stato non solo incalzato da Le Pen e Mélenchon, ma anche condannato dal forte astensionismo. A spiegare quel risultato a macchia di leopardo, non solo l’alta astensione ma una sorta di "vendetta" nei confronti dell’arroganza macroniana: secondo i sondaggi un 70% di cittadini non ne voleva proprio sapere di dare pieni poteri al presidente uscente e assistere ad una replica del primo mandato. Così, gli elettori militanti avevano deciso di lanciare una sfida al macronismo nella camera bassa, attraverso il legislativo.

Renaissance sceglie di non candidarsi in 60 circoscrizioni

Ora Renaissance e i suoi alleati decidono di non presentare candidati in una sessantina di circoscrizioni tra cui quella in cui è candidato François Hollande, nella Corrèze, anche se il campo di Macron non sosterrà l'ex presidente socialista, che è candidato con il Partito socialista nel quadro del Nuovo fronte popolare delle sinistre. "Il nostro unico criterio di candidatura è il voto utile al primo turno. In tutte le circoscrizioni in cui non siamo in grado di farlo, non abbiamo alcun candidato. François Hollande rimane un candidato dell'LFI e degli alleati che non sosteniamo", ha dichiarato a Bfmtv un partecipante a una riunione della maggioranza presidenziale che era stato organizzato da Macron. Secondo le liste dei candidati pubblicate domenica sera dai 3 partiti Renaissance, Horizons e MoDem - riporta ancora Bfmtv - la maggioranza non presenterà candidati nei collegi elettorali dei deputati conservatori uscenti di LR Michèle Tabarot, Marie-Christine Dalloz, Virginie Duby-Muller, Emilie Bonnivard, Nicolas Forissier e Julien Dive.

Quello che, dunque, è accaduto due anni fa, potrebbe ripetersi ancora. Allora all’astensionismo si aggiunse una sorta di “voto di rigetto”.

Il paesaggio politico francese sembrò quasi capovolto rispetto a cinque anni prima. Il “fronte repubblicano”, che fino ad allora, si costituiva ad ogni elezione per fare sbarramento all’estrema destra, ora è funzionale nel fare sbarramento a Macron.

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