Trump avanti negli Stati in bilico. È allarme sondaggi per Biden

Biden perde l'elettorato giovane ma mantiene il controllo sui bianchi "senior". Trump, invece, miete consensi presso i giovanissimi, soprattutto nella comunità nera e ispanica

Trump avanti negli Stati in bilico. È allarme sondaggi per Biden

Tra un'udienza in tribunale di Donald Trump e le agitate acque della politica estera di Joe Biden, la corsa per le elezioni Usa sembra essere passata in secondo piano. Tuttavia, a primavera inoltrata è lecito cominciare a dare una scorsa sempre più frequente ai sondaggi per capire verso dove si dirigono le preferenze degli elettori.

Cosa dicono i nuovi sondaggi sulle elezioni Usa

Una nuova batteria di sondaggi a firma Times/Siena sembra incoronare The Donald in cinque Stati chiave: Michigan, Arizona, Nevada, Georgia e Pennsylvania. Fra gli stati in bilico, l'unico in cui si registra un primato di Joe Biden è il Wisconsin. I sondaggi, che vedono anche il contributo del Philadelphia Inquirer, restituiscono tuttavia un quadro poco sorprendente rispetto a ciò che sapevamo riguardo gli stati teatro di battaglia, realizzati nello scorso novembre. Trump è sempre Trump, Biden idem, e la situazione internazionale è sostanzialmente la medesima. Tuttavia, sappiamo ancora molto poco su quanto gli sviluppi degli ultimi mesi abbiano influito o stiano influendo sulle fluttuazioni percentuali. Eppure, qualcosa di più certo è dato sapere sul perché una certa fetta di elettorato si stia discostando dal presidente Biden.

Sul banco degli imputati le questioni migratorie, il costo della vita, la guerra a Gaza che agita i campus e la voglia di cambiare volti: sono soprattutto gli elettori giovani e non bianchi ad aver perso fiducia nelle promesse democratiche di quattro anni fa e che non si sentono rappresentati da un presidente che, a suo modo, esprime un'élite, bianco e molto avanti con l'età. Si tratta di una fetta di elettorato inquieta e ansiosa, che esperisce grandi incertezze per il proprio futuro.

Tutto questo accade in un quadro ove il 70% degli elettori sostiene che il sistema economico e politico del Paese richieda un cambiamento radicale, se non addirittura di essere demolito. Solo una timida piccola parte degli elettori di Biden (il 13%) ritiene che al presidente andrebbe corrisposta ancora una certa fiducia: come tutti i suoi predecessori, in occasione di un secondo mandato, ormai libero dalle pastoie e dall'ansia della rielezione, potrebbe dedicarsi senza remore alle riforme strutturali.

La generazione Z nelle prossime elezioni Usa

La generazione Z americana, la stessa che pare aver impedito la red wave alle elezioni di metà mandato di due anni fa, sembra ora segnare il destino di Biden. Soprattutto la sua componente di black e latino, che di solito rappresentano il fondamento di qualsiasi percorso democratico verso la presidenza. Secondo i sondaggi, sono questi i gruppi che chiedono cambiamenti fondamentali per la società americana: non un ritorno alla normalità prima della pandemia e delle guerre all'estero.

Trump e Biden sono sostanzialmente alla pari tra gli elettori di età compresa fra i 18 e i 29 anni e ispanici, anche se ciascun gruppo ha dato a Biden oltre il 60% dei voti nel 2020. Trump, al momento, sembra vincere di almeno venti punti percentuali fra gli elettori neri, un punteggio che decreterebbe il livello più alto di sostegno della comunità black per qualsiasi candidato presidenziale repubblicano dall'entrata in vigore del Civil Rights Act nel 1964.

I sondaggi, infatti, suggeriscono che il successo di Trump fra gli elettori giovani e non bianchi stia parzialmente ribaltando la mappa elettorale conferendo a The Donald un vantaggio significativo in Arizona, Georgia e Nevada, stati molto diversi della Sun Belt, dove gli elettori neri e ispanici spinsero Biden verso la Casa Bianca quattro anni fa.

Gli assi nella manica e le debolezze di Biden alle prossime elezioni Usa

Sebbene la generazione Z conti e anche tanto, Biden possiede ancora numerosi assi nella manica. Il presidente, infatti, mantiene il suo sostegno fra gli elettori più anziani e bianchi, che di per sé sono meno propensi sia a chiedere cambiamenti fondamentali del sistema e anche meno disposti a cambiare la propria scelta elettorale. Questa componente dell'elettorato, anche se spesso a malincuore, sostiene che Biden resti comunque l'unica garanzia di democrazia per il paese, e questo resta ancora l'elemento chiave per la loro scelta.

Di conseguenza, Biden resta competitivo negli Stati in bilico del nord, relativamente bianchi: Michigan, Pennsylvania e Wisconsin. Sebbene numerosi indicatori economici americani restituiscono risultati positivi, il costo della vita resta la questione più importante per un quarto degli elettori, e dunque un ostacolo significativo alle ambizioni del presidente uscente. Oltre il 50% degli elettori ritiene, infatti, che l'economia sia povera e stia regredendo nonostante la frenata dell'inflazione, la fine degli aumenti dei tassi e anche i buoni risultati del mercato azionario.

Sebbene gli indicatori economici restino positivi, le sensazioni dei consumatori e dei cittadini sono molto differenti. Ma a meno di sei mesi dalle elezioni c'è ancora tempo perché un'economia in miglioramento possa risollevare le sorti di Biden. Storicamente, infatti, i sondaggi di questa fase non necessariamente sono stati indicativi del risultato Finale, e a questo si aggiunge anche il fatto che la svolta di Trump presso gli elettori giovanissimi potrebbe avere i piedi d'argilla.

Va ricordato, inoltre, che la forza di Trump si concentra fra gli elettori disimpegnati, irregolari, che votano "di pancia e che non prestano molte attenzione alle notizie politiche. Infatti, potrebbero essere proprio loro i più inclini a mutare la loro scelta man mano che la corsa elettorale si avvicinerà al prossimo novembre.

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