
Ora si scopre che la Germania si è stancata degli ucraini scappati dalla guerra perché non vogliono lavorare e costano troppo. Eccolo, svelato il bluff della solidarietà teutonica ai vicini di casa in difficoltà. L’altra sera il futuro cancelliere Friedrich Merz l’ha detto chiaro, vuole mantenere il flusso dei richiedenti asilo in Germania sotto le 100mila unità, «il loro numero non deve più essere a sei cifre» perché secondo il leader Cdu «il sistema sanitario e dell’istruzione è sotto pressione per i troppi stranieri». Quelli arrivati dall’Ucraina dopo lo scoppio della guerra sono più di un milione, gli adulti sono 900mila adulti, un terzo è scappato dalla guerra, quelli che lavorano sono neanche 300mila: nel 2024 hanno fatto richiesta di asilo altre 229.751 persone, nei primi tre mesi di quest’anno siamo solo a 36.136, con un trend in netto calo.
Secondo quanto scrive Roberto Giardina su «Italia Oggi» chi arriva dal primo aprile in poi si troverà un reddito di cittadinanza (che in Germania si chiama Bürgerld) un po’ più misero, appena 441 euro al mese invece che 536, 1.012 per una coppia, un po’ meno per i minori. Al welfare tedesco il Bürgeld nel 2023 è costato 42,6 miliardi, senza contare le ricadute sul sistema sanitario e la scuola, un alloggio su due dato ai meno abbienti è occupato dagli stranieri.
«I tedeschi sono stanchi dei profughi ucraini, prendono il Brügel dal primo giorno, non lavorano e molti non vogliono più tornare a casa, anche quando la guerra sarà finita», si legge sul quotidiano finanziario. D’altronde, la maggioranza è composta da donne che non hanno voglia di tornare a casa a ricostruire un Paese distrutto, senza mariti che li aiutino (morti in guerra, scappati o gravemente feriti), i loro figli dai 3 anni in su vanno a scuola. Merz vorrebbe cacciare chi si rifiuta di lavorare, ma dove? Il tedesco è una lingua difficile, nessuno la vuole studiare. Ma senza saper parlare tedesco lavorare in settori a caccia di maestranze come medici e infermieri è impossibile, servono anche 300mila maestre d’asilo e 200mila operai.
Eccolo, il punto di caduta di un sistema che negli anni ha incamerato stranieri in nome dell’accoglienza e che oggi si trova a pagare un prezzo altissimo. Come l’Italia è il primo (ma non più l’unico) approdo per i Paesi del Nordafrica, la Germania dalla caduta del Muro si è fatta carico di raggranellare turchi, siriani, polacchi, ucraini e moldavi e di utilizzarli come forza lavoro a basso costo, aumentando lo spread economico con i Paesi meno frugali come l’Italia, che veniva persino rimproverata per la mancata accoglienza.
Adesso che chi arriva non vuole integrarsi né lavorare, il sistema di accoglienza trova il suo punto di corda nel disagio dei tedeschi che si è manifestato alle urne con
l’ondata di consensi (crescente) per l’estrema destra. In Italia (anche) questo disagio crescente ha portato alla vittoria elettorale e alla stretta sull’immigrazione che - meglio tardi che mai - sta convincendo l’Europa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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