"Quelle grazie sono nulle". Trump punta il dito contro l'autopenna di Biden

Secondo il presidente Usa, i provvedimenti di grazia sarebbero stati firmati non con una vera penna, ma con l’“Autopen”, un dispositivo meccanico

"Quelle grazie sono nulle". Trump punta il dito contro l'autopenna di Biden
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Donald Trump torna all’attacco contro Joe Biden e mette in discussione la validità delle grazie concesse dall’ex presidente, definendole “nulle, non valide e prive di qualsiasi effetto”. Il motivo? Secondo Trump, non sarebbero state firmate con una vera penna, ma con l’“Autopen” (autopenna), un dispositivo meccanico che riproduce automaticamente la firma di una persona. Un dispositivo che, a onor del vero, è stato già utilizzato da altri presidenti per concedere la grazia.

Il presidente ha sollevato il caso prima parlando con i giornalisti a bordo di Air Force One, poi ribadendo la sua posizione in un post notturno su Truth Social. “In altre parole, Biden non ha firmato nulla e, cosa ancora più grave, non ne era nemmeno a conoscenza”, ha scritto Trump, sottolineando di ritenere le grazie inefficaci proprio per questo motivo. Tra i provvedimenti che Trump intende invalidare figurano in particolare le misure preventive a tutela dei membri della commissione d’inchiesta del Congresso sull’assalto a Capitol Hill, che lui stesso ha liquidato come “il comitato dei banditi politici”.

Trump ha poi precisato che la decisione finale spetterà a un giudice, ma ha ribadito il suo scetticismo: “Sono certo che Biden non avesse la minima idea di quello che stava succedendo e che qualcuno abbia usato l’Autopen per firmare al posto suo”. Le sue dichiarazioni si basano su un rapporto della Heritage Foundation, l'influente think tank conservatore vicino alla sua amministrazione, che ha denunciato l’uso della firma automatica per le grazie concesse da Biden il 20 gennaio scorso, ultimo giorno della sua presidenza. Gli esperti mettono in dubbio la logica di Trump e affermano che è improbabile che un tribunale consenta a un presidente di revocare o annullare la grazia concessa al suo predecessore.

"Finché la grazia è valida, è definitiva", ha affermato Jeffrey Crouch, professore all'American University ed esperto di clemenza esecutiva federale. In un parere del 2005 dell'Office of Legal Counsel del Dipartimento di Giustizia di Bush si affermava che il presidente può firmare un disegno di legge ordinando a un subordinato di "apporre la firma del presidente". "Sottolineiamo che non stiamo suggerendo che il Presidente possa delegare la decisione di approvare e firmare un disegno di legge, ma solo che, una volta presa questa decisione, possa incaricare un subordinato di apporre la firma del Presidente sul disegno di legge", si legge nel parere. Mutatis mutandis, è possibile che la Corte Suprema possa trattare la grazia preventiva di Biden in modo diverso dalla clemenza tradizionale

Ma chi ha beneficiato delle controverse grazie di Biden? Tra i destinatari figurano i membri della commissione d’inchiesta, tra cui Liz Cheney e Adam Kinzinger, gli unici repubblicani del panel, entrambi usciti dal Congresso dopo aver sfidato Trump. Il provvedimento li avrebbe messi al riparo da eventuali azioni legali da parte di un futuro Dipartimento di Giustizia a guida Trump.

Non solo loro: anche l’ex capo degli Stati Maggiori Riuniti Mark Milley e l’immunologo Anthony Fauci hanno ricevuto la grazia preventiva. E tra i perdoni più discussi figurano quelli concessi da Biden a suo figlio Hunter e ad altri membri della sua famiglia.

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