Prima intervista per Kamala Harris: "Se eletta un repubblicano nel mio governo"

Kamala Harris e Tim Walz hanno rilasciato oggi un'intervista alla Cnn, mentre percorrono in lungo e in largo la Georgia. "I miei valori non sono cambiati", ha dichiarato Harris incalzata da Dana Bash

Prima intervista per Kamala Harris: "Se eletta un repubblicano nel mio governo"
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Kamala Harris e il suo numero due, Tim Waltz, in uno speciale in prima serata sulla Cnn: un'intervista andata in onda dalla Georgia, uno degli stati in bilico che Harris sta percorrendo in autobus. I due candidati del ticket presidenziale si sono presentati al cospetto di Dana Bash, la conduttrice di Inside Politics che ha co-condotto il dibattito di giugno tra il presidente Joe Biden e Donald Trump: si tratta della prima volta in cui Harris non dovrà cimentarsi con le folle, bensì con un vero e proprio contraddittorio.

Harris in queste settimane si è tenuta alla larga da contesti non programmati, tanto da lasciare irrisolti i numerosi enigmi sui suoi piani politici. Questo aveva creato un certa disapprovazione da parte dei media, che la accusano di tenere alla larga la stampa finché possibile. Almeno quattro sono stati i punti cardine toccati da Bash dagli studi di Savannah, ovveroi più controversi della sua campagna elettorale: economia, ambiente, politica estera e immigrazione.

"Non vieterò il fracking", parola di Harris

Sulle questioni green, l'intervistatrice ha voluto fare riferimento alla questione ambientale e alla crisi climatica. "Penso che l'aspetto più importante e più significativo della mia prospettiva politica e delle mie decisioni è che i miei valori non sono cambiati. È stato menzionato il Green New Deal. Ho sempre creduto, e ci ho lavorato, che la crisi climatica sia reale, che sia una questione urgente a cui dovremmo applicare parametri che includono il rispetto delle scadenze nel tempo". Il riferimento va alla questione del fracking, ovvero l’estrazione petrolifera tramite fratturazione idraulica, alla quale Harris si sarebbe dichiarata più volte contraria. All’inizio di questo mese, il tema era diventato centrale nello scontro con Trump, soprattutto in Pennsylvania. La campagna di Harris ha insistito sul fatto che non avrebbe vietato il fracking e ha definito le affermazioni di Trump un "tentativo di distrarre dai suoi piani di arricchire i dirigenti del petrolio e del gas a spese della classe media".

Nel corso di un'assemblea pubblica sulla crisi climatica tenutasi nel settembre 2019 e ospitata dalla Cnn, a Harris era stato chiesto se si sarebbe impegnata a introdurre un divieto federale sul tema fin dal suo primo giorno di mandato. "Non c'è dubbio che sono a favore del divieto del fracking, e che si inizi con ciò che possiamo fare il primo giorno sui terreni pubblici", aveva detto Harris all'epoca. Quando poi è diventata la compagna di corsa di Joe Biden, si era allontanata da quella posizione e aveva persino espresso il voto decisivo per espandere le concessioni, cosa che Bash non ha mancato di sottolineare.

La priorità di Harris: la classe media

L'intervista è stata anche l'occasione per tornare sul piano di politica economica esposto da Harris all'inizio di questo mese, incentrato sulla riduzione dei costi di cibo, alloggi e assistenza all'infanzia, in parte incalzando le aziende. Le sue proposte includono sforzi per combattere l'aumento dei prezzi e accelerare la costruzione di alloggi a prezzi accessibili. Si tratta di un allontanamento totale dalle politiche perseguite da Biden nel corso del suo mandato, scegliendo di concentrarsi sulla discussione dell'accessibilità economica come strategia di comunicazione piuttosto che sulla creazione di posti di lavoro o sui guadagni manifatturieri, come ha fatto Biden.

E sul perché quelle proposte non erano state messe in atto durante i tre anni e mezzo dell'amministrazione Biden, Harris ha risposto "Dovevamo riprenderci come economia e ci siamo riusciti", ha affermato, sottolineando gli sforzi per contenere l'inflazione, tagliare i costi dei farmaci da prescrizione e tagliare le tasse per le famiglie. Harris ha sottolineato i progressi compiuti da lei e dal presidente Biden in campo economico, nonostante la diffusione del Covid-19 in tutto il Paese. "L'economia era crollata, in gran parte a causa della cattiva gestione di quella crisi da parte di Donald Trump. Quando siamo entrati, la nostra massima priorità era fare il possibile per salvare l'America", ha detto per poi passare a decantare le politiche dell'amministrazione Biden. Harris ha tuttavia riconosciuto che "i prezzi, in particolare per i generi alimentari, sono ancora troppo alti".

La "politica estera" di Harris

Le tensioni internazionali hanno occupato un posto speciale nell'intervista. Harris non ha voluto far emergere alcuna diparità di vedute tra lei e Biden sul Medio Oriente quando le è stato chiesto direttamente se avrebbe fatto qualcosa di diverso, tra cui limitare le vendite di armi a Israele. "Dobbiamo raggiungere un accordo. Questa guerra deve finire e dobbiamo raggiungere un accordo che riguardi la liberazione degli ostaggi", ha affermato. La vicepresidente Harris ha ribadito il suo sostegno alla "soluzione dei due stati" tra Israele e Gaza. Harris ha menzionato due volte la "seria preoccupazione" che ha espresso a Netanyahu per le morti di civili a Gaza, la situazione umanitaria e la distruzione che ha definito "catastrofiche" e "devastanti".

Quanto all'annosa questione del confine meridionale, la patata bollente che spesso Biden le ha passato in questi anni, Harris ha fatto riferimento al suo passato come procuratore generale della California, quando ha perseguito bande accusate di traffico transfrontaliero, come dimostrazione pratica dei suoi valori in materia di immigrazione. Poi, è passata al contrattacco: Harris ha puntato il dito contro Trump per aver stroncato un accordo bipartisan all'inizio di quest'anno sulla questione dei confini. "Attraverso un lavoro bipartisan, che ha coinvolto alcuni dei membri più conservatori del Congresso degli Stati Uniti, è stata elaborata una proposta di legge che abbiamo sostenuto, che sostengo anch'io. E Donald Trump, quando venne a conoscenza di questa proposta di legge che avrebbe contribuito a proteggere il nostro confine e poichè credeva che non lo avrebbe aiutato politicamente, ha detto ai suoi al Congresso di bloccarla".

Un repubblicano nel gabinetto Harris?

Nell'intervista c'è stato spazio, ovviamente, per le frecciate e le accuse dell'avversario del Gop. Harris, lapidaria, ha chiesto di andare oltre l'affermazione di Trump, fatta il mese scorso durante una conferenza per giornalisti neri, secondo cui lei avrebbe alterato la sua identità razziale nel corso del tempo. "Lo stesso vecchio, stanco copione", ha detto. "Prossima domanda, per favore", ha chiesto la candidata dem.

Quanto al rapporto con gli avversari, Harris ha spiazzato tutti Kamala Harris annunciando che, se vincerà a novembre, metterà un Repubblicano nel suo governo. "Ho 68 giorni da qui alle elezioni - ha detto alla Cnn, nella sua prima intervista da candidata presidente - non voglio mettere il carro davanti ai buoi, ma ho speso la mia carriera cercando la diversità nelle opinioni e penso sia importante avere persone che hanno opinioni diverse, esperienze differenti".

"E penso - ha aggiunto - che andrebbe a vantaggio degli americani avere nel mio Gabinetto un membro che è stato Repubblicano". Inutile dire che questa dichiarazione ha immediatamente scatenato il totonomi.

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