L'allarme su Taiwan: "Gli Usa rischiano un doppio fronte"

Secondo la rivista Foreign Policy un conflitto tra Stati Uniti e Cina per il controllo dell'isola di Formosa coinvolgerebbe anche la penisola coreana e potrebbe trascinare l'intera regione nel caos

L'allarme su Taiwan: "Gli Usa rischiano un doppio fronte"
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Non c’è pace per Taiwan. Mentre aumentano le provocazioni da parte dell’Esercito di Liberazione Popolare (Elp) nello Stretto e la guerra con la Cina si appresta ad approdare nei piccoli schermi di Taipei sottoforma di sceneggiato iperrealistico, gli esperti di Foreign Policy lanciano un’inquietante previsione su come potrebbe svolgersi il temuto conflitto per il controllo della "provincia ribelle". E le implicazioni per gli Stati Uniti alle prese con un imminente delicato passaggio di poteri non sono tra le più rassicuranti.

Certo, non si contano ormai più gli studi e i war games volti a pronosticare il possibile andamento di una guerra che il presidente cinese Xi Jinping vorrebbe scatenare entro il 2027. L'analisi pubblicata dalla prestigiosa rivista di politica estera ha però il merito di prendere in considerazione uno scenario sin qui poco dibattuto ma che in caso di deflagrazione delle ostilità per Taiwan potrebbe rivelarsi impossibile da ignorare: l'allargamento del confronto bellico non solo agli Stati Uniti, di fatto garanti dell’indipendenza dell’isola, ma anche alla Corea del Nord.

Secondo Foreign Policy, per punire un probabile intervento di Washington a difesa del governo di Taipei, Pechino potrebbe infatti organizzare azioni di rappresaglia contro i soldati americani nella penisola coreana. Non solo in maniera diretta ma anche in forma indiretta spingendo l’alleato nordcoreano a colpire le truppe Usa che stazionano da decenni in Corea del Sud per impedire la riattivazione di un conflitto congelato dagli anni Cinquanta del secolo scorso.

Nello specifico, un attacco sferrato contro Taipei porterebbe gli Stati Uniti ad intervenire contro i soldati dell’Elp. Pechino non rimarrebbe a guardare e risponderebbe colpendo i militari Usa in Corea del Sud o in Giappone. In quest’ultimo caso aerei e missili cinesi sorvolerebbero la penisola coreana. L’abbattimento anche solo di alcuni di essi da parte dei sistemi difensivi di Seul e di Washington aprirebbe la strada ad un allargamento del conflitto a tutta la regione.

Il ruolo che potrebbe poi giocare la Corea del Nord nel contesto di una guerra tra gli States e la Cina per Taiwan è tutt’altro che prevedibile. Il regime di Kim Jong potrebbe ad esempio lanciare attacchi preventivi contro i militari statunitensi oppure compiere operazioni ostili ai danni della Corea del Sud per regolare i conti in sospeso sfruttando la "distrazione” di Washington. A motivare Pyongyang ad agire ci sarebbe il timore che i suoi nemici possano sfruttare la situazione per compiere un’operazione di regime change.

Se cercare di immaginare i piani dell'imperscrutabile Maresciallo appare un’impresa al limite dell’impossibile, si può più facilmente sostenere che in ogni caso le iniziative di Pyongyang influenzerebbero in maniera determinante l’andamento del conflitto di Taiwan. E per questo motivo gli Stati Uniti dovrebbero già cominciare a prepararsi all’eventualità di una guerra su più fronti.

Per la verità, proprio poche settimane fa la commissione sulla Strategia di difesa nazionale Usa ha pubblicato un rapporto in cui esorta il Pentagono a predisporre piani per affrontare in simultanea le minacce che in Europa, nell’Indo-Pacifico e in Medio Oriente rischiano di saldarsi e mettere a dura prova le capacità di intervento degli States. Resta da vedere però se la finestra di intervento non si sia già chiusa.

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