L'America spaesata cerca un nuovo ordine

Tra i cambiamenti epocali giunti in emersione, vi è il crescente condizionamento del potere economico sulla politica

L'America spaesata cerca un nuovo ordine
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Il fuso orario alimenta l'effetto spaesamento. Trump parla quando in Italia è notte. Accade così di andare a letto con uno scenario e di dover prendere atto, al risveglio, che tutto è cambiato. Sempre più spesso, poi, ci si imbatte in antiamericani incalliti disponibili ad aperture di credito verso Trump. Mentre da amici storici dell'America giungono, invece, condanne inappellabili. I dazi hanno aumentato l'incertezza. Non perché vi siano, purtroppo, dubbi sul fatto che Trump intenda tener fede a quanto detto in campagna elettorale. Ma perché ci vorranno quattro o cinque mesi per comprendere l'esito del suo gioco d'azzardo. Ci sarà o no una negoziazione? Una parziale marcia indietro? E quale sarà l'impatto della tariffa, merce per merce e prodotto per prodotto? Ad oggi, dunque, è anche difficile comprendere se il titolo di «partito trumpiano d'Italia», in termini elettorali, sia conveniente o meno.

Qualche giorno fa ho potuto ammirare nell'antico arsenale di Amalfi una preziosa collezione di bussole. Di una di quelle avremmo oggi un maledetto bisogno per determinare il nostro rapporto con l'America dell'era trumpiana. Uno strumento che offra pochi ma essenziali punti di riferimento, per rilevare i pericoli senza, però, dover modificare continuamente la rotta. C'è, in particolare, un punto cardinale che non andrebbe mai smarrito: ricordarsi che la vittoria del tycoon, favorita dagli errori degli avversari, ha portato in emersione sommovimenti profondi della società americana, attivi già da tanto tempo. Sicché, il comportamento di Trump può ritenersi certamente imprevedibile, ma non il frutto del caso.

Tra i cambiamenti epocali giunti in emersione, vi è il crescente condizionamento del potere economico sulla politica. Le big tech non sono certo apparse all'improvviso. Tant'è che nel recente passato hanno spalleggiato anche amministrazioni democratiche. Quel che è inedito, semmai, è la loro forza, così palesemente superiore a quella di tanti Stati. Circostanza che porta a ritenere quanto sta accadendo in America parte essenziale di una più generale sfida alla democrazia. Anche in questo caso, però, non ci troviamo di fronte a una novità assoluta. La democrazia, nel corso della storia, in più occasioni è stata data per morta e sotterrata. La novità, semmai, è che ciò accada nel Nuovo Continente. E che qui l'esito antidemocratico venga indicato come soluzione inevitabile e benefica. Oggi, infatti, l'élite tecnocratica e libertaria - da Peter Thiel a Marc Andreessen - rivendica apertamente quest'esito per giungere ad un governo immune dalle presunte lentezze e inefficienze dei regimi democratici.

Si può, dunque, ritenere l'America di Trump il teatro di uno scontro tra «sedimentazione istituzionale» e «azione individuale» volta a scardinarla. L'esito della partita, però, è aperto. Non è affatto detto come gli elettori americani reagiranno di fronte a questo tentativo. E non va dimenticato che negli Stati Uniti le garanzie dell'impianto liberaldemocratico risiedono innanzitutto nella forma federale dello Stato, che non garantisce quanto deciso a livello centrale di penetrare automaticamente nel corpo della nazione. Queste poche coordinate dovrebbero, perciò, consigliare di evitare sia le fibrillazioni quotidiane che le determinazioni teologiche di chi presume di sapere come andrà a finire. Quel che serve è un approccio empirico e orientato, che non si nasconda la difficoltà del momento ma che, d'altra parte, rifugga dalle conclusioni affrettate, rischiando di sacrificare anzitempo il bambino, confondendolo con l'acqua sporca.

È assai probabile che il mondo dopo Trump non sarà più quello di prima. Impossibile, però, prevedere quale sarà nel nuovo scenario il ruolo degli Stati Uniti.

Fin quando ciò non sarà determinato, è bene che il rapporto transatlantico resti vivo. Ed è auspicabile che vi siano degli statisti europei i quali, nel comune interesse del Vecchio Continente, assolvano a questo compito con la serietà che il momento storico pretende.

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