"Non correre nel 2024": l'editorialista preferito di Biden stronca il presidente

Anche l'editorialista del Washington Post David Ignatius, democratico di ferro e molto vicino al presidente Usa, consiglia all'inquilino della Casa Bianca di ritirarsi dalle elezioni del 2024

 "Non correre nel 2024": l'editorialista preferito di Biden stronca il presidente
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Se anche l'editorialista più pro-Biden d'America, David Ignatius, invita il presidente Usa a non ricandidarsi nel 2024, qualcosa vorrà pur dire. Ignatius, infatti, ha scritto un editoriale sul Washington Post che di certo farà riflettere lo staff del Comandante in capo. Con mano inaspettatamente ferma, scrive sul Washington Post il romanziere e scrittore, Joe Biden "ha approvato alcune delle leggi nazionali più importanti degli ultimi decenni. In politica estera, ha gestito il delicato equilibrio tra l’aiutare l’Ucraina a combattere la Russia senza far entrare in guerra la stessa America. In sintesi, è stato un presidente efficace e di successo". Tuttavia, secondo l'editorialista vicino al presidente americano, sarebbe bene che non sfidasse Donald Trump nel 2024. Ecco il motivo: "Non penso che Biden e il vicepresidente Harris dovrebbero candidarsi per la rielezione. È doloroso dirlo, data la mia ammirazione per gran parte di ciò che hanno realizzato. Ma se lui e Harris faranno una campagna insieme nel 2024" ha ammesso, "penso che Biden rischi di annullare il suo più grande risultato, ovvero fermare Trump".

Anche l'editorialista pro-presidente stronca la campagna per la rielezione

Secondo Ignatius, infatti, occorre tenere presente l'ultimo sondaggio dell'Associated Press, secondo cui il 77% degli intervistati, compreso il 69% dei democratici, pensa che Joe Biden sia troppo vecchio per essere in carica per altri quattro anni. A causa delle preoccupazioni degli americani sull'età avanzata di Biden, che avrebbe 82 anni qualora iniziasse un secondo mandato, gli elettori si concentrerebbero sensibilmente sulla figura del vicepresidente Kamala Harris. Che però, come sottolinea l'editorialista, "è meno popolare di Biden, con un indice di gradimento del 39,5%, secondo il sito di sondaggi FiveThirtyEight".

Ci sarebbero valide alternative a Kalama Harris, riflette Ignatius, "a cominciare dall'attuale sindaco di Los Angeles Karen Bass", o dal "segretario al Commercio Gina Raimondo". Ma rinunciare a Kamala Harris avrebbe anche delle conseguenze negative, alienando così il voto delle "donne di colore, un elettorato chiave". Senza contare il fatto che mandare a casa il proprio vicepresidente sarebbe una mezza ammissione di aver avuto accanto una figura non altezza.

"Il ritiro sarebbe una scelta saggia"

Il giornalista e romanziere americano, redattore associato ed editorialista del Washington Post, sottolinea che, anche se il presidente Usa non uno abituato a rinunciare, questa volta può "dire no - a se stesso, questa volta - ritirandosi dalla corsa per il 2024. Forse non è nel carattere di Biden, ma sarebbe una scelta saggia per il Paese". Che aggiunge: "Chi è la persona migliore per fermare Trump? Questa era la domanda quando Biden decise di candidarsi nel 2019, ed è ancora oggi il test essenziale per un candidato democratico".

Non è un buon periodo per il Comandante in capo. Oltre alla procedura d'impeachment annunciata dallo speaker della Camera, Kevin McCarthy, è un po' che l'opinione pubblica statunitense si interroga le condizioni psico-fisiche dell'80enne Joe Biden e l'ultima gaffe in cui è incappato l'inquilino della Casa Bianca ad Hanoi, in Vietnam, non ha fatto altro che alimentare dubbi e perplessità circa la sua rielezione nel 2024. Gli ultimi sondaggi manifestano un clima di sfiducia e di scetticismo nei confronti del presidente americano. Secondo un sondaggio della Cnn, solo il 39% degli elettori approva l'operato del presidente, mentre la maggioranza degli americani ritiene che le cose non stiano andando nel verso giusto.

C'è poi un altro dato alquanto allarmante per il presidente Usa: quasi la metà degli elettori registrati afferma che qualsiasi candidato repubblicano sarebbe un'alternativa migliore a Biden nel 2024. E se David Ignatius avesse ragione?

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