"Punta ai Paesi dell'ex Patto di Varsavia". L'allarme di Kiev sui piani di Putin

Secondo il capo degli 007 di Kiev il prossimo obiettivo di Mosca sarà la Polonia. Poi toccherà a Repubblica Ceca, Ungheria e Bulgaria

"Punta ai Paesi dell'ex Patto di Varsavia". L'allarme di Kiev sui piani di Putin
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Kyrylo Budanov non ha dubbi. Intervenuto ad una conferenza in occasione del terzo anniversario del conflitto in Ucraina, il capo dell’intelligence militare di Kiev (Hur) ha dichiarato che “l’impero verso cui si sta orientando l’attuale leadership della Federazione russa è modellato sull’Unione Sovietica” con mire sui Paesi che al tempo della Guerra Fredda hanno fatto parte del Patto di Varsavia. A tale organizzazione, nata nel 1955 dopo la firma del "Trattato di amicizia, cooperazione e mutua assistenza”, vi aderirono l’Urss, l’Albania, la Bulgaria, la Cecoslovacchia, la Germania orientale, la Polonia, la Romania e l’Ungheria. La cosiddetta "Nato dell'Est" rappresentò sino al 1991, anno della sua dissoluzione, uno dei principali simboli del duro confronto tra i due blocchi.

Secondo Budanov i prossimi obiettivi di Mosca saranno la Polonia e, successivamente, la Repubblica Ceca, l'Ungheria e la Bulgaria - “questo è il minimo indispensabile se si sta formando un impero e poi chissà cosa potrebbe seguire” - ma la Russia comprende che non è “realistico raggiungere rapidamente il suo obiettivo strategico” e “necessita di una pausa”. Il responsabile delle spie, che è tra gli uomini più vicini al presidente Zelensky, invita nel corso del suo ragionamento a guardare oltre le strategie annunciate dal Cremlino per mantenere l’Ucraina orientale e la Crimea - "non è il quadro completo" - sottolineando il fatto che la Federazione “ha bisogno di molto di più”.

Budanov, assieme a Zelensky e ad altri funzionari ucraini, è da tempo nel mirino dei russi. L’anno scorso il servizio di sicurezza dell’Ucraina (Sbu) ha reso noto di aver sventato un attentato proprio contro il capo dell’intelligence militare di Kiev che doveva essere colpito, grazie anche al supporto di talpe, con razzi, droni e granate anticarro. Nonostante le numerose minacce alla sua vita, Budanov continua a mantenere un alto profilo rilasciando spesso dichiarazioni pubbliche e, appena pochi giorni fa, ha affermato che l’Ucraina e la Russia raggiungeranno un cessate il fuoco “entro quest’anno” mostrandosi però scettico sulla sua possibile efficacia e sulle garanzie di sicurezza proposte sin qui al suo Paese dai partner occidentali.

Nelle scorse ore il presidente americano Donald Trump ha ricevuto alla Casa Bianca il suo omologo francese Emmanuel Macron, il quale ha detto che gli europei devono fare di più per la sicurezza del Vecchio Continente pur ribandendo al suo interlocutore l’importanza di un accordo non “fragile” sulla fine del conflitto. In queste ore gli ha fatto eco il premier britannico Keir Starmer che giovedì prossimo sarà a Washington e ha già informato la Camera dei Comuni che parlerà con il tycoon di "una pace attraverso la forza in Ucraina".

In parallelo all’avvio di colloqui tra le delegazioni di Usa e Russia a Riad una settimana fa, gli appelli dei leader europei e l’allarme lanciato da Budanov sono resi ancora più attuali dalla situazione sul campo.

Ieri Kiev ha riportato che Mosca ha scatenato “il più grande attacco coi droni” dall’inizio della guerra mentre oggi jet della Nato hanno pattugliato i cieli della Polonia dopo che la Federazione ha usato bombardieri strategici e missili per colpire la vicina Ucraina.

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