La mossa della Turchia su Hamas: scelto il successore di Haniyeh. E Ankara oscura Instagram

Ankara sceglie come interlocutore a interim di Hamas Khaled Meshal, fondatore del gruppo nonchè suo "ministro degli Esteri" informale. Bufera sulla decisione di Ankara di bloccare Instagram

La mossa della Turchia su Hamas: scelto il successore di Haniyeh. E Ankara oscura Instagram
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Terminati i giorni del lutto, ora Hamas riflette sulla pianificazione del proprio futuro politico, orba dello spiro di Ismail Haniyeh: nel frattempo, la Turchia mantiene aperto il canale di dialogo con Hamas attraverso l'ex leader del movimento Khaled Meshal, considerandolo il reggente "ad interim". Ankara, dopo aver condannato l'uccisione di Haniyeh, si trova nelle stesse ore a raccogliere il plauso occidentale per il maxi scambio di ostaggi tra Usa e Russia, ma anche a tentare di plasmare parte del futuro di Hamas.

Questa mattina, in base a quanto riportato dai media turchi, il ministro degli Esteri Hakan Fidan ha parlato al telefono con Meshal, che di Hamas è stato fondatore, leader e capo politico prima di lasciare il posto allo stesso Haniyeh. Al centro della telefonata, la morte del leader Haniyeh e i prossimi passi per. In base a quanto reso noto da Ankara, in attesa di una nuova eventuale investitura ufficiale, il governo turco ha scelto di considerare Meshal il leader e referente all'interno di Hamas. Nonostante si fosse formalmente ritirato dalla vita politica e non ricoprisse cariche all'interno del movimento palestinese, Meshal è rimasto sempre in prima fila nel rappresentare l'organizzazione all'estero in questi anni, agendo come padre nobile e "ministro degli Esteri". Khaled Meshal aveva, infatti, accompagnato Haniyeh in una recente visita in Turchia, dove erano stati entrambi accolti dal presidente Recep Tayyip Erdogan.

Proprio quest'ultimo, ora cerca di tornare alla ribalta, intestandosi un credito nuovo con l'Occidente. ll presidente turco ha avuto un colloquio telefonico con Joe Biden sul recente assassinio di Haniyeh, con le conseguenti difficoltà a condurre una trattativa tra palestinesi e israeliani che consenta di giungere a un cessate-il-fuoco. In base a quanto reso noto dalla presidenza turca, Erdogan ha sottolineato il duro colpo che la morte di Haniyeh ha inflitto alle speranze di dialogo tra le parti, ma anche il rischio escalation che porta con sè. I due leader hanno anche discusso dello scambio di prigionieri avvenuto ieri, con Biden che ha ringraziato Erdogan per il ruolo svolto dalla Turchia e la buona riuscita dell'operazione.

Ed è forse per dare un colpo al cerchio e uno alla botte che la Turchia ha bloccato l'accesso a Instagram. Lo rende noto l'autorità di regolamentazione dell'informatica di Ankara, senza specificare il motivo o la durata del divieto, che ha anche reso inaccessibile l'app mobile della piattaforma. La mossa segue i commenti diffusi mercoledì del funzionario delle comunicazioni turco Fahrettin Altun, che ha criticato la piattaforma per quella che ha definito la sua decisione di bloccare i post di condoglianze per l'uccisione Haniyeh. "Questa è censura, pura e semplice", ha affermato Altun, direttore delle comunicazioni della presidenza turca, su X, aggiungendo che Instagram non aveva citato alcuna violazione delle policy per la sua azione.

Tra l'altro, proprio in queste ore, monta la polemica sull'unica persona in Turchia che sembrerebbe riuscire a pubblicare contenuti su Ig: l'acconut ufficiale di Erdogan. Il presidente turco, infatti, ha pubblicato un post con il consueto augurio per il venerdì.

Come è noto, la Turchia non considera un'organizzazione terroristica Hamas, i cui miliziani sono ritenuti da Erdogan "combattenti per la liberazione". Quanto ai social media, non è la prima volta che in Turchia i siti web e i social media vengono censurati.

Centinaia di migliaia di domini sono stati bloccati dal 2022, secondo la Freedom of Expression Association, organizzazione non-profit che raggruppa avvocati e attivisti per i diritti umani: tra questi, YouTube è stata bloccato dal 2007 al 2010.

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