Il presidente Usa Joe Biden valuta l’approvazione di nuove sanzioni contro il settore energetico russo prima di cedere il posto nello Studio Ovale al suo successore Donald Trump. Le misure in arrivo contro Mosca vengono anticipate al Washington Post da quattro fonti anonime “a conoscenza della questione”. E per il prossimo inquilino della Casa Bianca potrebbe trattarsi di un “regalo di Natale” da parte dell’amministrazione democratica. Infatti, secondo le gole profonde le iniziative previste nelle ultime settimane del mandato del vecchio Joe potrebbero fornire più frecce all’arco del team del tycoon nei negoziati per porre fine al conflitto in Ucraina.
Le sanzioni che il governo Usa si appresta a varare dovrebbero colpire esportatori di petrolio russo risparmiati sino ad ora oltre alla flotta di “navi fantasma” che trasportano il greggio della Federazione verso i Paesi non occidentali. Inoltre dovrebbe essere revocata anche la licenza che consente alle banche di elaborare le transazioni energetiche di Mosca. Una volta approvate, tali misure contribuirebbero a “plasmare l’eredità economica e di politica estera di Biden”.
Il Washington Post sottolinea che sin dall’inizio dell’operazione militare speciale lanciata dalla Russia contro l’Ucraina il presidente uscente, il quale ha guidato gli sforzi della coalizione occidentale contro Vladimir Putin, è stato attento a non danneggiare l’economia americana anche a causa di calcoli politici legati alle elezioni presidenziali del novembre 2024. Ora, però, con l’inflazione sotto controllo e il voto alle spalle Biden ha più margini di manovre. Come sostiene Edward Fishman del Center on Global Energy Policy della Columbia University “non ci sono più motivi per essere cauti sulle sanzioni”.
Un alto funzionario dell’amministrazione democratica afferma che l’iniziativa della Casa Bianca è necessaria per fare in modo che Kiev sia nella “migliore posizione possibile” per difendersi e negoziare una pace a condizioni “giuste”. Trump ha detto più volte di voler chiudere il conflitto nell’Europa orientale e nelle scorse ore lo zar ha dichiarato che il prossimo anno “tutti gli obiettivi dell'operazione speciale saranno conseguiti” aggiungendo di voler “chiudere la guerra, non congelarla”. Una presa di posizione tutta da confermare considerati gli attacchi russi eseguiti in Ucraina il giorno di Natale.
Le precedenti misure finanziarie approvate contro il Cremlino hanno determinato un aumento dell’inflazione in Russia. Ne ha parlato lo stesso Putin durante la sua conferenza stampa di fine anno definendo l’aumento dei prezzi un “segnale allarmante”. L’indice dei prezzi al consumo su base annuale ha raggiunto l’8,9% a novembre – ad ottobre era all’8,5% - trainata dai rincari sui beni alimentari, tra i quali il latte. Secondo Mosca l’inflazione potrebbe arrivare al 9% e determinare nel 2025 una recessione.
"Per la Russia l'energia è rimasta la più importante fonte di entrate per finanziare la guerra", spiega Peter Harrel, ex funzionario dell'amministrazione Biden. Se altri settori dell’economia della Federazione sono stati colpiti duramente, quello energetico è stato infatti coinvolto solo in parte. Nel 2022 è stato introdotto un tetto al petrolio russo fissato a 60 dollari al barile ma il regime di Putin continua a venderlo adoperando una flotta di navi fantasma vecchie, spesso non assicurate e con bandiere di altri Stati che ne limitano la tracciabilità. Adoperando questo stratagemma il greggio viene dunque trasportato principalmente in Cina, India e Turchia – a volte però viene trasbordato in alto mare su altre imbarcazioni – e dopo essere stato raffinato raggiunge l’Europa aggirando così il sistema sanzionatorio.
Per quanto riguarda i contraccolpi all'economia globale che potrebbero derivare dall'inasprimento delle sanzioni contro il settore energetico di Mosca le fonti consultate dal Washington Post precisano di
aspettarsi solo un impatto "modesto". E a questo punto la comunicazione ufficiale delle nuove misure punitive da parte della Casa Bianca contro la Russia potrebbe arrivare da un momento all'altro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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