Si potrebbe chiudere la questione prima ancora di aprirla ribadendo che una coppia di cromosomi, XY, determina il maschio e una coppia di cromosomi, XX, determina la femmina. Il resto è questione di farmaci, chirurgia, silicone, psicologia, rispetto, ideologia Ma sarebbe una stupida semplificazione, e non ci caschiamo.
Poi però ci sono le stupide complicazioni. Ieri in Scozia è entrata in vigore una legge che criminalizza i comportamenti «minacciosi e abusivi» contro le identità trans. È reato riferirsi volontariamente a qualcuno con un genere diverso da quello che quel qualcuno si è scelto (ad esempio dare del «lui» a un maschio che si sente femmina o del «lei» a una femmina che si sente maschio). Sì, la cosa è ambigua. Ma del resto stiamo parlando di un popolo in cui i maschi indossano il gonnellino. Poi a peggiorare il tutto si è messa J.K. Rowling, la mamma (non biologica) di Harry Potter, da tempo impegnata in una battaglia a difesa della realtà del sesso biologico. La scrittrice, inglese di nascita ma scozzese di domicilio, si è scagliata contro la legge che «mette a rischio la libertà di espressione».
Vuole persino provocare le autorità affinché la arrestino (per la gioia dei babbani trans) così da fare scoppiare il caso.Insomma, la Scozia era partita dal motto «Pro libertate!» del clan di William Wallace, Braveheart, ed è finita che se chiami «lui» una trans rischi - Medioevo per Medioevo - di finire ai ceppi.
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