Quell’allarme sotterraneo: il rischio di nuovi attentati

Dopo la "tregua" tornerà la tensione

Quell’allarme sotterraneo: il rischio di nuovi attentati
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E adesso come fermeranno Donald Trump, la bestia nera? Forse è vero che l’ex presidente, «canaglia» più o meno simpatica a seconda dei gusti, non dovrebbe tornare alla Casa Bianca e Joe Biden, smemorato di Collegno d’oltreoceano, non potrebbe restarci per un secondo mandato. Però non si vedono alternative possibili e allora esiste il rischio che una parte profonda del sistema americano farà di tutto per fermare Trump. La «battaglia» è iniziata da tempo con la demonizzazione di The Donald presentato come il nemico pubblico numero 1 della democrazia.

Nella prima fase la speranza di molti «democratici», in patria e all’estero, era che l’ex presidente venisse fermato da una della tante cause intentate da quando è uscito dalla Casa Bianca. Poco importa se parliamo di roba seria come l’assalto a Capitol Hill, della porno star Stormy Daniels o dei documenti classificati portati a Mar a Lago, storia archiviata ieri. Trump non è finito dietro le sbarre e al contrario ha utilizzato gli assalti giudiziari a suo favore nella campagna elettorale. Ci ha messo di suo ad attirare e alimentare un clima d’odio, talvolta rilanciato da figure istituzionali, come la vice presidente, Kamala Harris e lo stesso Biden. Inevitabile, che prima o dopo, sarebbe arrivata la fase 2. Ovvero un utile idiota come Thomas Matthew Crooks, che a 20 anni voleva restare nella storia per avere fermato la bestia nera.

Nessun complotto, ma la violenza anche verbale della campagna elettorale, da una parte e dall’altra, può attizzare menti disturbate provocando gesti inconsulti. Piuttosto è ben più stupefacente la Caporetto del Secret service, che deve proteggere il candidato Trump come il presidente Biden. Totalmente inspiegabile e lascia spazio a teorie complottiste care ai MAga, i super fan di Trump. Soprattutto se al vertice del Secret service c’è Kimberly Cheatle, ex capo scorta di Biden quando era vice di Obama, poi nominata comandante delle scorte dal presidente in carica.

Neanche il lupo solitario è riuscito a far fuori Trump. Al contrario, avendolo ferito solo di striscio, gli ha dato la possibilità di venire immortalato nella foto iconica del pugno chiuso e volto insanguinato. A questo punto il gioco si fa duro. Probabilmente non basterà la forza delle urne a fermare The Donald, se Biden continuasse a insistere per un secondo mandato che concluderebbe, in caso di vittoria, ad 85 anni. A patto che non venga tradito prima dai raggiunti limiti di età.

Nei prossimi giorni o settimane i toni si abbasseranno in nome dell’unità nazionale e del «siamo tutti americani», ma gli Usa sono spaccati in profondità. Alla fine si tornerà al vecchio stile dello scontro sotto la cintura, senza limiti verbali, propagandistici o peggio.

Una parte di alti ufficiali, ancora sotto le armi e in congedo, servitori dello Stato in gangli chiave come l’Fbi o il Dipartimento di Stato, assieme a un’ampia fetta della classe politica democratica sono sempre più convinti che Trump sia il demone della democrazia. Non piangerebbero una lacrima se venisse fermato da un coccolone o da un attentatore più professionale.

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