Se la democrazia è solo un'opinione

Popolo e politica: quale senso dare alla democrazia e al voto

Se la democrazia è solo un'opinione
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Alcuni concetti (che in alcuni casi sono considerati dei valori) si ritengono chiari, validi dappertutto sempre e comunque. La pratica invece ci insegna che è una pia illusione. Si pensi a «democrazia», «popolo», «maggioranza», «volontà popolare». Tali concetti sono spesso condizionati dall'ideologia. Il senso che si dà a «democrazia» in Cina, Russia o Corea del Nord è opposto rispetto a quello che si dà in Occidente. Inoltre, sul piano pratico un bell'esempio di quanto l'ideologia progressista cerca di stravolgere la realtà è dimostrato da quanto accade in Francia e a livello europeo. I fatti sono una cosa, la loro interpretazione ideologica una cosa diversa che prevale su di essi dimostrando che - appunto «democrazia» è una pura opinione quando la realtà non fa comodo.

Quanto avvenuto alle elezioni europee di giugno è il caso che lo dimostra in modo eclatante. La gente - gli elettori, il popolo, usate il termine che volete - ha votato in modo diverso da cinque anni prima facendo prevalere le forze moderate e di destra, cioè un centrodestra, dando una evidente indicazione di massima che non è progressista, ma questo non ha portato a significative modifiche di vertice, e ci si è accordati sulla testa della volontà della gente. Questo il punto, allora: gli elettori sono la voce della democrazia non in senso assoluto, ma solo relativo? Tutto regolare quando votano a sinistra, mentre quando non votano a sinistra sono il popolo bue, le cui scelte devono essere emendate dai vertici che per fortuna hanno la testa sulle spalle. Ciò succede in Europa, ma soprattutto in Italia dove si continua a delegittimare l'attuale governo contestandone proprio la legittimità di rappresentare la nazione nonostante diversi sondaggi indicano una percentuale stabile di consensi a Fratelli d'Italia e al centrodestra nel complesso. L'opposizione fa il suo mestiere ma promuovere una raccolta di firme contro la legge sulla autonomia differenziata sembra una assurdità se il capo dello Stato l'ha firmata senza rilevarne profili di incostituzionalità. Ma ci si deve muovere a priori contro il governo in nome di una «unità d'Italia» che è sempre stata la minore delle preoccupazioni della Sinistra, fino a oggi, quando il popolo ha scelto in legittime elezioni l'attuale governo.

È preoccupante che questo modo di agire contagi anche altre nazioni che hanno subito il terremoto delle elezioni europee come la Francia dove l'avanzata della destra di Marine Le Pen è stato travolgente e il presidente Macron, confidando in un ripensamento degli elettori a livelli interno, ha indetto nuove elezioni generali nell'arco di un mese. Un azzardo calcolato che ha portato alle urne, con la paura del «fascismo alle porte», un numero impressionante di francesi specie al secondo turno e che con l'idea della desistenza ha fatto inaspettatamente vincere il resuscitato Fronte Popolare di una sinistra assai eterogenea, ravvivato il partito centrista del presidente ma non ha messo all'angolo la Le Pen, con una Assemblea Nazionale di difficile governabilità.

Le contemporanee elezioni in Gran Bretagna con la netta vittoria dei laburisti (ormai molto centristi) confermano quanto detto: se il «popolo» vota a sinistra è bravo, colto, maturo, emancipato, da elogiare, tutto normale; se vota a destra è brutto, ignorante, condizionato, le elezioni sono contestabili, si temono disordini e proteste, si deve tentare qualunque cosa sino a riesumare il Fronte Popolare per imbrigliarla perché la Destra è per principio sempre uguale a eversione se non a fascismo anche se arriva al potere grazie a libere elezioni.

Appunto: la

democrazia è solo un'opinione, un concetto relativo a seconda di come fa comodo e vale solo se conviene a chi ritiene di incarnarla per principio sempre e comunque: la Sinistra. Se il popolo vota a destra ci si deve preoccupare.

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