Weekend di fuoco per la cronaca politica americana. La Corte Suprema Usa ha respinto la richiesta di Steve Bannon di rimanere in libertà in attesa dell'appello contro la sua condanna per oltraggio al Congresso. L'ex consigliere di Donald Trump dovrà presentarsi in prigione il 1° luglio.
Bannon è stato condannato nel 2022 dopo aver ignorato un mandato di comparizione del Congresso che chiedeva informazioni sul suo ruolo nell'attacco a Capitol Hill del 6 gennaio 2021. Malgrado la condanna a quattro mesi di prigione, inizialmente gli era stato concesso di rimanere libero in attesa dell'appello. Alcune settimane fa il giudice responsabile del caso, Carl J. Nichols, ha ordinato a Bannon di presentarsi in prigione il 1° luglio, dopo che una Corte d'appello federale aveva confermato la sua condanna per oltraggio alla corte.
La Corte aveva precedentemente negato una richiesta simile da parte di un altro collaboratore di Trump. La Corte l'ha respinta senza spiegazioni, come è tipico nella procedura. Tantomeno ci sono state opinioni dissenzienti degne di nota che, in un sistema di common law come quello americano, vengono comunque trascritte poiché contribuiscono a creare precedenti giuridici. Gli avvocati della difesa hanno sostenuto che il caso solleva questioni che dovrebbero essere esaminate dalla Corte Suprema, compresa la convinzione del precedente avvocato di Bannon che il mandato di comparizione non fosse valido perché Trump aveva fatto valere il privilegio esecutivo.
I procuratori, tuttavia, affermano che Bannon aveva lasciato la Casa Bianca anni prima e che Trump non aveva mai invocato il privilegio esecutivo di fronte alla commissione. Il giudice distrettuale Nichols ha permesso a Bannon di rimanere libero durante l'appello, ma di recente gli ha ordinato di presentarsi in carcere dopo che una commissione della Corte d'appello ha deciso di non rilasciare la documentazione sul caso. Bannon ora potrebbe ricorrere in appello contro la sua condanna: i leader repubblicani della Camera sono pronti alla levata di scudi, fornendo il loro sostegno per affermare che la commissione del 6 gennaio è stata creata in modo improprio, cercando di far passare come illegittimo il mandato di comparizione ricevuto da Bannon.
Proprio oggi la Corte Suprema è intervenuta pesantemente sulla vicenda Capitol Hill: ha, infatti, stabilito che il dipartimento di Giustizia ha impropriamente accusato centinaia di imputati per l'assalto al Congresso, contestando loro l'accusa di ostruzione di un procedimento ufficiale. Il presidente della Corte Suprema John G. Roberts Jr.
, ha interpretato la norma sull'ostruzione in modo restrittivo, affermando che questa si applica solo quando le azioni dell'imputato compromettono l'integrità delle prove fisiche. Una sentenza destinata a favorire Trump, dal momento tra le incriminazioni contestate all'allora presidente c'è anche quella di ostruzione.
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