Trump di nuovo nei guai: impossibile pagare la cauzione da 464 milioni di dollari

Le liquidità utilizzabili al momento non sarebbero in grado di coprire la cauzione richiesta al tycoon all'interno del processo per frode. Nessuna società disposta a coprire l'ingente somma

Trump di nuovo nei guai: impossibile pagare la cauzione da 464 milioni di dollari
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Il vile denaro mette nei guai Donald Trump, ancora una volta. Il candidato del Gop alla Casa Bianca non sarà in grado di ottenere nei tempi previsti l'intera cauzione di 464 milioni di dollari stabilita dai giudici in relazione alla condanna per frode in quel di New York.

A riferirlo i legali dell'ex presidente, in un ricorso presentato oggi a una corte d'appello per "impossibilità pratica". "Gli sforzi diligenti che sta conducendo l'imputato provano che la cauzione completa richiesta è impossibile", hanno riferito i consulenti del tycoon, allegando alla documentazione anche la dichiarazione giurata di un broker atta a giudicare con imparzialità le liquidità immediate del candidato repubblicano. Gli avvocati affermano di aver trascorso "innumerevoli ore negoziando con le più grandi compagnie assicurative del mondo" e di aver contattato 30 società per coprire la cauzione: nonostante questo, la cifra stabilita dalla sentenza, con gli interessi, supera i 464 milioni e poche società specializzate in cauzione ne prenderebbero in considerazione una così alta e da liquidare in così poco tempo.

Trump e i suoi avvocati si stanno appellando alla sentenza del giudice Engoron che aveva stabilito che lui, in solido con i figli, aveva architettato per anni una serie di trame e inganni al fine di gonfiare gli asset del suo impero. Il senior assistant solicitor general Dennis Fan ha dichiarato a tal proposito che una cauzione completa è necessaria perché gli avvocati di Trump non hanno mai dimostrato che i beni liquidi del magnate-che possono fluttuare nel tempo-saranno sufficienti a soddisfare l'intero importo di questa sentenza dopo l'appello. Gli avvocati del magnate hanno chiesto alla Corte d'appello intermedia di prendere in considerazione la sua richiesta, chiedendo preventivamente il permesso di appellarsi- in caso di risultato perdente-alla Corte d'appello più alta dello Stato. In precedenza, i suoi avvocati avevano proposto di pagare una cauzione di 100 milioni di dollari che però era stata respinta dopo un'udienza d'emergenza del 28 febbraio. Alcune delle richieste di Trump erano state accolte, tra cui quella di sospendere il divieto di chiedere prestiti alle banche di New York per 3 anni.

Il broker consulente di Trump Gary Giulietti, incaricato di assisterlo nell'ottenimento della cauzione, ha dichiarato nella sua deposizione giurata che poche società prenderebbero in considerazione l'emissione di una cauzione delle dimensioni richieste. Altre ancora non accetteranno mai beni come immobili a garanzia ma solo contanti o equivalenti, come ad esempio titoli negoziabili. Nell'insolita circostanza in cui un'obbligazione di queste dimensioni viene emessa, questa viene fornita solitamente a grandi società pubbliche nel mondo ma mai a singoli individui o imprese private.

Nella sua sentenza, Engoron ha osservato che alcune testimonianze di Giulietti sono state contraddette da altri testimoni, tra cui un altro esperto della difesa. I dubbi circa le dichiarazioni del broker derivano dal fatto che le società di Giulietti hanno incassato 1,2 milioni di dollari in commissioni sui conti di Trump nel 2022.

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