Uniti ma divisi: le correnti repubblicane e la "Casa di carte" di Trump

Il successo dell'amministrazione Trump dipenderà da quanto sarà in grado di mantenere unito il partito repubblicano al Congresso

Uniti ma divisi: le correnti repubblicane e la "Casa di carte" di Trump
00:00 00:00

Si è svolto nella notte italiana il primo incontro ufficiale tra il nuovo presidente Donald Trump e i leader repubblicani al Congresso. A differenza di otto anni fa, questa volta il tycoon ha potuto riscontrare l’appoggio pieno dei membri del Gop e dei suoi massimi esponenti, lo speaker della Camera Mike Johnson e il capo della maggioranza al Senato John Thune. Il meeting è stato descritto da alcuni suoi partecipanti come un “raduno motivazionale”. "C'è grande spirito di unità. Posso dirvi che il partito repubblicano è unito ed entusiasta" ha detto Johnson dopo l'incontro durante il quale l'inquilino della Casa Bianca ha esclamato più volte “promesse fatte, promesse mantenute”.

Al di là delle dichiarazioni ufficiali, The Donald sa che non sarà facile far avanzare la sua agenda a Capitol Hill mantenendo compatto il partito. Un’impresa resa ardua dalla maggioranza risicata dei repubblicani al Congresso – appena due seggi alla Camera - e sulle differenze di strategie tra Johnson e Thune. I due leader non hanno infatti ancora concordato se includere tutte le priorità del 47esimo presidente, dall'immigrazione ai tagli alle tasse, in un unico disegno di legge o se suddividerle in più provvedimenti per accelerare l’approvazione di singole misure.

Persino il successo elettorale di Trump complica i suoi piani. Avendo allargato il suo supporto popolare, ora deve rispondere a diversi gruppi di interesse spesso in conflitto tra loro. Il risultato, evidenzia il Financial Times, è che la base del tycoon ora si estende dai libertari tecnologici rappresentati da Elon Musk agli ex democratici scettici sui vaccini attirati da Robert F. Kennedy Jr. Per avere un quadro più completo dell’House of Cards che il presidente dovrà maneggiare con cura, pena l’insuccesso della sua amministrazione, non si possono poi non menzionare afro-americani e ispanici sedotti da The Donald, gli ultraconservatori dell’House Freedom Caucus, contrari all’aumento della spesa pubblica, e i moderati eletti in distretti e Stati in bilico. Per non parlare delle tensioni tra Musk e l’ex consigliere della Casa Bianca Steve Bannon che potrebbero influenzare le varie fazioni al Congresso.

Pochi giorni prima dell’insediamento, Trump ha invitato esponenti di diverse correnti del partito repubblicano nella sua tenuta a Mar-a-Lago per tastare il terreno. In particolare il miliardario tiene d’occhio i membri dell’House Freedom Caucus che potrebbero far deragliare il suo progetto di tagli fiscali. Per ora uno dei suoi rappresentanti, il deputato Ralph Norman, definisce Trump “l’uomo giusto al momento giusto e con le giuste idee”.

Ad ogni modo è su Johnson che il presidente fa affidamento per mantenere unito il partito. Contrariamente alle aspettative, lo speaker della Camera sembra essersi guadagnato la fiducia del tycoon dopo aver dimostrato negli ultimi mesi di saper mediare tra le varie esigenze del Gop.

Intervistato dal Washington Post, Johnson fa sapere che lui e Trump riusciranno a mantenere a bordo tutti i repubblicani alla Camera grazie ad uno “stretto coordinamento”. Questo, ha aggiunto, è il “vantaggio di un governo unito”.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica