La tregua in vigore dallo scorso novembre tra Israele e Hezbollah potrebbe essere vicina ad un punto di rottura. Stando a quanto riferito al Wall Street Journal da fonti ben informate, Tel Aviv avrebbe infatti accusato diplomatici dell'Iran, e cittadini turchi, di continuare a trasferire decine di milioni di dollari al movimento sciita libanese. Il denaro verrebbe nascosto in valigie trasportate dagli aeroporti di Teheran e di Istanbul allo scalo di Beirut al fine di rimpinguare le casse del proxy filoiraniano colpito nel 2024 da una serie di devastanti blitz delle forze israeliane.
Tel Aviv ha presentato la sua denuncia al comitato che supervisiona l’intesa per il cessate il fuoco raggiunto con Hezbollah e che è composto da rappresentanti dello Stato ebraico, del Libano, degli Stati Uniti, della Francia e delle Nazioni Unite. Un funzionario Usa ha confermato al quotidiano finanziario che il panel, che comunque non giudica le violazioni dell’accordo, ritiene le accuse credibili e ha a sua volta passato le rimostranze israeliane alle autorità di Beirut.
Le intese siglate comportano per il Paese dei cedri la messa in sicurezza dei suoi porti di ingresso e il blocco del flusso di armi e materiale destinati ai miliziani di Hezbollah. Tecnicamente tra i termini dell'accordo per il cessate fuoco non ci sarebbero specifiche disposizioni in merito agli ingenti movimenti di denaro denunciati dal governo d'Israele ma Tel Aviv, che non intende assistere alla ricostituzione dell’organizzazione paramilitare, ha minacciato di attaccare l’aeroporto della capitale libanese qualora venisse impiegato per far entrare aiuti al gruppo sostenuto da Teheran.
Behnam Khosravi, diplomatico dell'ambasciata iraniana a Beirut, ha smentito l'uso da parte della Repubblica Islamica di aerei passeggeri per far affluire finanziamenti in Libano in maniera clandestina. Anche funzionari turchi hanno rilasciato smentite simili precisando che le macchine a raggi X dell’aeroporto di Istanbul sarebbero state in grado di rilevare la presenza del denaro occultato.
Le accuse di Israele sembrerebbero trovare conferma nella perquisizione condotta ad inizio gennaio dalle autorità libanesi a bordo di un volo della Mahan Airlines. Secondo quanto comunicato dal ministero degli Esteri del Libano, un diplomatico iraniano si è rifiutato di obbedire ed è entrato nel Paese dei cedri con due bagagli contenenti documenti e soldi in contanti necessari "per le operazioni dell’ambasciata". L’Iran ha commentato la vicenda affermando che la perquisizione riportata non è mai avvenuta e “il malinteso è stato risolto”.
Non è un segreto che il Partito di Dio necessiti di finanziamenti per continuare ad operare. Durante i combattimenti precedenti alla tregua, Israele ha attaccato diversi siti in cui i miliziani avrebbero custodito denaro e oro, in particolare distruggendo le filiali della banca Al-Qard al-Hassan, sanzionata dagli Stati Uniti. Sebbene circolino malumori nei confronti del gruppo paramilitare, una fonte consultata dal Wall Street Journal ha dichiarato che “il gruppo non sta attraversando una crisi di liquidità”. La stessa fonte ha però ammesso che i danni riscontrati in Libia, il difficile passaggio degli aiuti attraverso la Siria e l’inasprimento dei controlli all’aeroporto di Beirut “limiteranno la capacità di Hezbollah di finanziare la ricostruzione”.
Quanto al cessate il fuoco, negli ultimi due mesi gli israeliani non hanno esitato a colpire centinaia di obiettivi legati ai fedayn sciiti. Inoltre, nelle ultime ore un portavoce dell’esercito di Tel Aviv ha fatto sapere che per la prima volta dall'inizio della tregua Hezbollah ha lanciato un drone verso Israele riuscendo ad abbatterlo.
Il portavoce ha poi usato toni minacciosi per avvertire che l'Idf non permetterà ad Hezbollah “di condurre attività terroristiche dal Libano e agirà per eliminare qualsiasi minaccia contro lo Stato di Israele e i suoi cittadini".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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