
Non è un momento semplice, per l’Europa. Perché Donald Trump ha cambiato drasticamente i rapporti con l’Ucraina, con la Russia con la stessa Unione Europea. Perché non possiamo più cullarci sugli allori di chi aveva “demandato agli Usa la nostra difesa”. Perché gran parte dei leader Ue si è trovata “spiazzata” di fronte al ciclone trumpiano che pure era stato ampiamente anticipato nelle sue campagne elettorali. Domani a Riad è previsto il primo incontro tra le delegazioni russe e americane: si parlerà di rapporti bilaterali, ma anche e soprattutto della guerra a Kiev. L’Ue è preoccupata e per questo si è riunita in fretta e furia a Parigi, per dirla con le parole del ministro Guido Crosetto, per “cercare di costruire una risposta europea” a quello sta avvenendo.
Il disorientamento del Vecchio Continente è palpabile, come un marito che dopo quaranta anni torna a casa e scopre che la moglie se ne è andata. “L'Europa ha perso un partner e sta cercando di recuperare uno spazio - ha detto il titolare della Difesa a Nicola Porro - Non se la sente di essere esclusa non dal tavolo di trattativa, ma politicamente marginalizzata". La priorità oggi è quella di far far valere la posizione di chi ha diritto più di tutti a sedere a quel tavolo, ovvero l’Ucraina. Crosetto è ovviamente “contento” che si facciano passi verso la pace. Pace che, ne è però convinto, non verrà firmata domani in Arabia Saudita dopo un solo incontro tra le delegazioni russa e americana.
“Il governo ha sempre detto che gli aiuti militari all’Ucraina erano l’unico modo per permetterle di sopravvivere e arrivare così al tavolo delle trattative”, ha spiegato Crosetto. Il punto è ora fare i conti col cambio di prospettiva provocato dall’insediamento di The Donald alla Casa Bianca. “Lui affronta la realtà in modo diverso da noi. Trump non deve fare i conti con un’ideologia con cui guardare il mondo: ha lo sguardo dell’imprenditore pragmatico. Ha un obiettivo chiarissimo: rendere gli Usa più grandi, più forti e più ricchi”. Per questo "non guarda alle alleanze storiche", ma solo alla pratica. O meglio: "Guarda a come vincere la competizione con la Cina che, prima di essere militare, è soprattutto economica e tecnologica".
Cosa deve fare, dunque, l'Ue? Guardare da una finestra Usa e Russia trovare un accordo sull’Ucraina? No, ovviamente. “Sono convinto che Trump abbia lo stesso interesse dell’Europa e dell’Ucraina a non far vincere la guerra a Putin - ha assicurato Crosetto - Trump non può far identificare Putin come vincitore”. Deve mostrare al mondo “di imporre la pace” a Mosca, non di subirla o di trattarla “da una posizione di inferiorità”. Inoltre il presidente Usa “non ha interesse a destabilizzare l’Europa” perché resta, al momento, l’unico mercato mondiale che ancora conserva uno rapporto privilegiato con Washington. Tuttavia dovremo fare i conti col fatto che gli Stati Uniti non garantiranno più la sicurezza del Vecchio Continente al posto nostro. "Trump non può concentrare risorse e attenzioni militari in un luogo, l'Europa, che considera secondario negli scenari mondiali - ha spiegato Crosetto - Il suo interesse principale sarà l'Indo-Pacifico. Lui dice: siete preoccupati da un vicino pericoloso? Investite sulla vostra sicurezza". Magari gli usa manterranno le forze di “deterrenza”, ma - è la tesi del ministro - porteranno via gli uomini, i mezzi e le risorse che una volta erano impegnate in Europa.
E qui arriviamo alla nota dolente: l’Ue non è affatto pronta per “fare da sola”, perché da decenni ha smesso di investire nella Difesa. Solo per l’Italia parliamo di 800 miliardi di euro “risparmiati”, che ora però ci lasciano militarmente scoperti. Dalla crisi nascerà un esercito Ue? Improbabile: “L’Esercito europeo è una stupidaggine - ha detto Crosetto - È invece importante l’esercito dell’Europa, cioè la somma degli eserciti nazionali. Deve funzionare come la Nato. Bisogna cioè formare una forza armata unica fatta dalla somma di eserciti che si addestrano allo stesso modo, hanno un identico modo di dialogare e poi si uniscono”.
Facile a dirsi, più complicato forse a farsi. Basti pensare che oggi a Parigi erano presenti solo 7 Stati dell’Unione su 27. Un vertice sì “utile”, secondo il governo italiano, ma forse poco inclusivo. "Meloni è un grande leader dell'Europa", ha spiegato Crosetto. “Non poteva non andare. La sua presenza era fondamentale, soprattutto in un momento così delicato". Sul dossier, però, "serve calma”: "Non bisogna agitarsi per dare risposte che servano sui giornali di domani. Queste non sono epoche da affrontare tenendo conto di cosa scriverà 'Le Monde’ domani mattina o il 'Times' dopodomani". La strada, comunque, sembra in salita.
La Germania ha già escluso l'invio di truppe eropee in Ucraina, ipotesi che anche per Crosetto è prematura: inutile pensare agli uomini se ancora non si sa se i colloqui di pace avranno successo. "Certamente - ha però concluso - non puoi pensare che nella fase d'inizio facciano da soli, occorre un cuscinetto. Non può essere europeo o Nato, deve essere un cuscinetto che fa il mondo, che fanno le Nazioni Unite".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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