La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per corruzione di magistrato e traffico di influenze a 3 anni di carcere di cui uno senza condizionale, con il beneficio del braccialetto elettronico. L'ex presidente della Repubblica francese, quindi, non andrà in carcere ma sarà costretto a indossare il braccialetto per il prossimo anno. Raggiunto dai giornalisti, è pronto ad "affrontarne le conseguenze", pur ribadendo la propria "totale innocenza". Come pena accessoria, a Sarkozy è stata inflitta anche l'interdizione politica per tre anni.
I giudici hanno ritenuto ammissibili le prove che hanno portato alla condanna del 2021 in primo grado, e nel 2023 in appello, in base alle quali avrebbe sfruttato la sua posizione per cercare di ottenere informazioni su un'indagine giudiziaria che lo riguardava. Anche quelli che sono considerati intermediari, l'avvocato Thierry Herzog e l'ex giudice Gilbert Azibert, sono stati condannati. Nelle conclusioni della Corte di Cassazione viene sottolineato che non è stato possibile dimostrare la parzialità dei giudici nel processo precedente e ha escluso la soppressione delle prove delle intercettazioni che hanno portato alla luce l'intero schema politico-giudiziario.
Per la prima volta a un presidente francese è stata inflitta una condanna penale con obbligo di braccialetto elettronico. I suoi avvocati hanno già fatto sapere che Sarkozy "rispetterà" la sentenza ma si rivolgerà alla Corte europea dei diritti dell'uomo. "Nicolas Sarkozy si conformerà ovviamente alla sanzione imposta, che è ormai definitiva", ha spiegato l'avvocato Patrice Spinosi, all'AFP. Tuttavia "nelle prossime settimane si rivolgerà alla Corte europea, come è ormai suo diritto, per ottenere la garanzia dei diritti che i giudici francesi gli hanno negato".
Sono poche le parole pronunciate dall'ex presidente dopo la sentenza. Sarkozy ha, prima di tutto, voluto "ribadire la mia perfetta innocenza" e poi ha prlato di "profonda ingiustizia" in merito alla sentenza. L'indagine che è sfociata nella condanna prende origine da un'altra indagine giudiziaria, quella sul presunto finanziamento libico della campagna presidenziale di Sarkozy del 2007, un caso per cui l'ex Capo di Stato sarà processato all'inizio del 2025. Durante le conversazioni risalenti al 2013 e al 2014, gli investigatori e la giustizia hanno accertato un atto di corruzione.
Lo storico legale di Sarkozy, Thierry Herzog, aveva richiesto il supporto dell'ex presidente per ottenere un incarico a Monaco per una sua conoscenza, Gilbert Azibert. In cambio, quest'ultimo, allora magistrato della Corte di Cassazione, avrebbe dovuto fornire informazioni coperte dal segreto giudiziario.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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