Il Garante stoppa Deepseek: "Non tutela i dati degli italiani"

La documentazione dei cinesi è "insufficiente". La società: "Non applicabili le norme europee"

Il Garante stoppa Deepseek: "Non tutela i dati degli italiani"
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Il garante della privacy stoppa Deepseek. L'authority ha disposto, «in via d'urgenza e con effetto immediato, la limitazione del trattamento dei dati degli utenti italiani nei confronti di Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e di Beijing DeepSeek Artificial Intelligence, le società cinesi che forniscono il servizio di chatbot DeepSeek» e ha contestualmente aperto un'istruttoria.

Il provvedimento di limitazione è adottato a tutela dei dati degli utenti italiani e fa seguito alla comunicazione delle società cinese ricevuta ieri, «il cui contenuto è stato ritenuto del tutto insufficiente», come si legge nella nota del garante. Tra le anomalie, il fatto che le due società cinesi abbiano dichiarato «di non operare in Italia» e che a esse non sarebbe applicabile la normativa europea.

DeepSeek, che in Italia non è più disponibile già da mercoledì, è il software di intelligenza artificiale relazionale progettato per comprendere ed elaborare le conversazioni umane, che introdotto di recente sul mercato mondiale in pochi giorni e stato scaricato da milioni di persone al punto di essere la app numero uno sull'App Store. Un successo che ha provocato un articolato dibattito a livello mondiale. Da un lato le altre società di hi tech, spiazzate dalle prestazioni molto performanti e versatili di una piattaforma sviluppata dal pool guidato da Liang Wenfeng (nella foto) con un investimento economico infinitamente inferiore a quello servito per ChatGPT e simili, hanno visto crollare le proprie azioni, bruciando in poche ore mille miliardi di dollari. Colpita in particolare Nvidia, la principale società produttrice di chip. Dall'altro molti utenti americani hanno criticato il fondo stanziato dal neopresidente Donald Trump per lo sviluppo dell'intelligenza artificiale e pari alla cifra record di 500 milioni di dollari. Negli Stati Uniti sin da subito sono state espresse gravi preoccupazione a proposito della sicurezza dei dati degli utenti. I ricercatori della società di sicurezza Wiz hanno scoperto un bug che ha esposto milioni di informazioni. È stato corretto dopo la segnalazione all'azienda cinese, ma i dati potrebbero nel frattempo essere finiti nelle mani dei cybercriminali. I ricercatori hanno individuato un database che si chiama ClickHouse, collegato a DeepSeek, accessibile da remoto senza autenticazione. Conteneva oltre un milione di informazioni sulla cronologia delle chat, informazioni sull'accesso e sulle Api, i programmi usati dagli sviluppatori. Dubbi che si sommano alla presenza di censure imposte dal governo cinese su Deepseek.

E intanto OpenAi è in trattative per raccogliere ulteriori 40 miliardi di dollari di fondi a una valutazione di 340

miliardi. Lo riporta il Wall Street Journal citando alcune fonti, secondo le quali Softbank potrebbe investire fra i 15 e i 25 miliardi. OpenAI era valutata 157 miliardi lo scorso ottobre quando ha raccolto 6,6 miliardi.

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