"Non accetto la carità dall'Europa". Saied restituisce i soldi ma è giallo sul bonifico

Il presidente tunisino ha confermato di aver rifiutato la tranche di aiuti offerta dall'Unione Europea: "Noi non vogliamo carità". Ma il ricatto politico prosegue

"Non accetto la carità dall'Europa". Saied restituisce i soldi ma è giallo sul bonifico
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Nei giorni scorsi il governo tunisino aveva fatto sapere di essere intenzionato a rifiutare 127 milioni di Euro stornati da Bruxelles. Si trattava di fondi rientranti nel piano Ue di sostegno a Tunisi, il cui valore complessivo è di quasi un miliardo di Euro. Oggi il presidente Saied ha confermato di aver ricevuto e poi rispedito al mittente i soldi girati dalle sedi comunitarie.

Il leader tunisino ha infatti dichiarato di non aver ricevuto preavviso dello stanziamento e di non voler accettare la carità. Parole che sanno però di mera retorica: il concreto rischio è che Tunisi, sempre più in crisi di bilancio e in crisi economica, voglia tirare la corda per chiedere di più.

Le parole di Saied

Forse la natura del malinteso sta nell'importo comunicato lungo l'asse tra Tunisi e Bruxelles. L'Ue infatti, dopo le firme su documenti e memorandum che hanno come obiettivo l'aiuto economico al Paese nordafricano in cambio dell'impegno a ridimensionare la portata del flusso migratorio, ha annunciato il via libera a una prima tranche di 127 milioni di Euro. Da Palazzo Cartagine, sede della presidenza tunisina, hanno fatto sapere di aver ricevuto 60 milioni di Euro.

Somme esigue per Saied, paragonabili a una vera e propria elemosina. "Abbiamo restituito - si legge in una nota del presidente della Tunisia - i 60 milioni di Euro ricevuti. La decisione è stata presa perché questo metodo viola la nostra dignità e ci mette di fronte ad un fatto compiuto sul quale non siamo stati nemmeno consultati".

In poche parole, Saied ha lamentato uno stanziamento minore rispetto a quanto pattuito e arrivato nelle casse della Banca Centrale tunisina senza alcuni preavviso. In particolare, i fondi sarebbero stati erogati lo scorso 3 ottobre e la scoperta dell'importo ha fatto storcere e non poco il naso all'intero esecutivo di Tunisi. "Il popolo tunisino - ha aggiunto Saied nella sua nota - rifiuta i favori previsti a qualsiasi titolo e accetta di trattare solo nello spirito di partenariato strategico basato sull'uguaglianza e sul rispetto".

I 60 milioni di Euro sarebbero stati girati al mittente da Tunisi lo scorso 9 ottobre. A dichiararlo è stato proprio ieri il ministro degli Esteri, Nabil Ammar, in un'intervista sul quotidiano arabofono Al Chorouk. Le trattative con l'Ue per la reciproca collaborazione avviata nei mesi scorsi adesso rischiano di procedere in salita.

Il ricatto politico

Al momento non sono arrivati commenti da Bruxelles. Probabile però che quei 60 milioni di Euro altro non rappresentavano che un primo stanziamento dei 127 milioni di Euro pattuiti nelle scorse settimane. Tanto è bastato però per Saied per attuare quella che sembra una vera e propria prova di forza.

Il presidente tunisino infatti vorrebbe dimostrare di essere nelle condizioni di respingere determinate offerte da parte europea per poi chiedere maggiori fondi.

Il tutto sapendo che, a causa dell'emergenza immigrazione, Bruxelles in questo momento è disposta a raggiungere compromessi nel più breve tempo possibile. Il sospetto circola da giorni tra i corridoi delle sedi comunitarie, pochi giorni fa un funzionario Ue ha dato ampio credito all'ipotesi secondo cui "Saied è pronto semplicemente a chiedere più soldi".

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