"Voleva più soldi": cosa c'è dietro lo stop di Tunisi al patto sui migranti con l'Ue

A Bruxelles ne sono certi: il presidente tunisino ha rifiutato la prima tranche di soldi europei perché aspira a ottenere più fondi

"Voleva più soldi": cosa c'è dietro lo stop di Tunisi al patto sui migranti con l'Ue
00:00 00:00

Il "day after" a Bruxelles è ricco di supposizioni e interpretazioni: il giorno dopo il rifiuto di Kais Saied di ricevere una prima parte dei pagamenti concordati con l'Ue, in molti si stanno interrogando sul senso delle parole del presidente tunisino. Lunedì infatti, dalla sua residenza di Palazzo Cartagine, Saied ha fatto sapere di "non volere l'elemosina" da parte dell'Europa. Una doccia fredda, l'ennesima, nell'infinita contrattazione tra Bruxelles e Tunisi del memorandum che dovrebbe portare soldi nelle casse tunisine e l'assicurazione all'Ue di una maggiore lotta all'immigrazione irregolare.

Il possibile ricatto di Saied

Alcuni funzionari Ue nelle scorse ore hanno rilasciato i primi commenti in merito l'improvviso (ma non troppo) strappo di Saied. Ad emergere è, in primo luogo, la mancanza di una comunicazione ufficiale tra le parti. A Bruxelles hanno appreso dello stop del leader tunisino direttamente dai quotidiani. Per cui adesso è una vera e propria lotta contro il tempo per interpretare le frasi di Saied e rispondere in modo adeguato. "Quello che Saied ha detto - ha dichiarato una delle fonti comunitarie - non è ancora chiaro. Abbiamo visto articoli, ma non trascrizioni delle sue parole".

L'ipotesi più accreditata però riguarda la possibilità che a Tunisi si stia giocando al rialzo. Far scadere cioè degli accordi per costringere Bruxelles a ulteriori contrattazioni e provare a strappare, in primo luogo, più soldi. "È necessario prendersi un pò di tempo per capire non solo cos'abbia detto il presidente tunisino - ha precisato uno dei funzionari Ue interpellati - ma anche cosa si celi dietro le sue parole. Penso che le macchina per decifrare il suo messaggio stia marciando a pieno ritmo e credo che il messaggio che abbia voluto inviare è che avrebbe preferito una prima tranche di aiuti, nell'ambito del miliardo di euro promesso, leggermente superiore ai 127 milioni di euro annunciati dalla Commissione europea".

In poche parole, per l'appunto, Saied non si accontenta del primo assegno promesso da Bruxelles. Difficile dire se realmente a Tunisi considerino 127 milioni di Euro un'elemosina, di certo pensano che in questa fase politica delicata per il Vecchio Continente è possibile poter ottenere stanziamenti più onerosi.

La questione legata al memorandum

Il problema però per l'Europa è duplice. In primo luogo, non sono in pochi a chiedersi se Saied possa essere considerato o meno un interlocutore affidabile. Già più volte ha tirato non indifferenti tiri mancini verso l'Ue. Pochi giorni fa non ha voluto ricevere una delegazione della commissione europea, prima ancora ha negato la visita di una delegazione del parlamento europeo. Lo stesso Paolo Gentiloni, commissario Ue all'economia, a marzo ha rischiato di dover rinviare il suo incontro con Saied mentre era in fase di atterraggio a Tunisi.

In secondo luogo, considerato il comportamento del presidente tunisino ci si chiede se valga o meno la pena continuare a contrattare per il definitivo via libera al memorandum. Non pochi governi europei hanno oggi la tentazione di chiudere definitivamente ogni dialogo sul tema. A Bruxelles però si cerca di far prevalere l'ottimismo.

"Ci sono state delle discussioni su com'è stato negoziato e firmato il memorandum - hanno ammesso i funzionari Ue - ma è troppo presto per dire che stiano funzionando o che invece presenta dei problemi". Ci sono dei dubbi quindi, ma si lascia aperto uno spiraglio per sondare le future mosse di Saied.

Anche perché non è detto che sia Tunisi ad avere il coltello dalla parte del manico: se è vero che l'Europa dalla Tunisia si aspetta una diversa gestione dell'emergenza immigrazione, è anche vero però che senza un centesimo dei soldi previsti dal memorandum il Paese nordafricano rischia di precipitare verso il baratro. Le sue casse sono infatti oramai a secco.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica