Il governo ungherese alza la voce contro l'Italia sul caso di Ilaria Salis, l'attivista monzese incarcerata a Budapest con l'accusa di aver aggredito alcuni neonazisti. "È sorprendente che stanno cercando di interferire con un caso di tribunale ungherese dall'Italia", ha dichiarato il ministro degli Esteri ungherese, Péter Szijjártó, secondo quanto riportato su X da Zoltan Kovacs, portavoce del governo ungherese. Uno sfogo dai toni tutt'altro che diplomatici, soprattutto nei passaggi in cui il ministro straniero si rivolge alla maestra 39enne sotto processo.
Caso Salis, l'attacco del ministro ungherese
"Questa signora presentata come una martire in Italia, è venuta in Ungheria con un chiaro piano di attaccare persone innocenti nelle strade come parte di un'organizzazione estremista di sinistra", ha infatti aggiunto il ministro ungherese. Non si tratta, secondo il ministro, "di crimini commessi per capriccio ma di atti ben pensati e pianificati. Hanno quasi ucciso delle persone in Ungheria, e ora lei viene raffigurata come una martire". Secondo quanto si apprende, l'esponente governativo di Budapest ha quindi concluso: "Spero sinceramente che questa signora riceva la meritata punizione in Ungheria"
"It's astonishing that they are trying to interfere with a Hungarian court case from Italy," FM Péter Szijjártó declared, regarding the portrayal of Ilaria Salis, detained in Hungary, as a martyr in Italy, which "has nothing to do with reality."
— Zoltan Kovacs (@zoltanspox) February 28, 2024
Minister Szijjártó… pic.twitter.com/7aUdPKoE7O
Ora, la doverosa premessa da fare è che la nostra concittadina - in qualità di imputata - è innocente fino a prova contraria e a decidere sulle accuse che le vengono rivolte sarà un giudice. Non certo il ministro Szijjártó a processo ancora in corso. Altrettanto vero è che alcuni settori della sinistra italica hanno assunto posizioni marcatamente innocentiste nei confronti della donna, che nella migliore delle ipotesi era in Ungheria assieme a compagni di militanza non troppo pacifici. La medesima area progressista aveva accusato il governo di Budapest di non rispettare i diritti umani per la sua detenzione. Da qui - probabilmente - la reazione oltremodo piccata dell'esponente del governo guidato da Viktor Orban. Peraltro, sempre la sinistra aveva rivolto pretestuose critiche anche al nostro esecutivo, che tuttavia non può intervenire direttamente né fare pressioni sulla giustizia di un Paese straniero.
"Nessuno, nessun gruppo di estrema sinistra, dovrebbe considerare l'Ungheria come un ring di pugilato dove poter venire e progettare di uccidere qualcuno", ha aggiunto ancora il ministro degli esteri ungherese, assicurando che il governo di Budapest non interferirà sulla vicenda. Secondo quanto rende noto in un altro post di Kovacs, il ministro in visita a Roma "ha enfatizzato l'importanza della cooperazione italo-ungherese, specialmente in sicurezza ed economia, con l'Italia seconda destinazione dell'export ungherese, e sottolineando la crescente partenership tra le due nazioni".
Intanto le prime reazioni alle parole del ministro degli esteri ungherese sono arrivate proprio dalla sinistra italiana, sentitasi probabilmente chiamata in causa. "Se il governo Orban è allergico alle regole del vivere civile dell'Europa può sempre uscire dall'Unione in cui indegnamente siede", ha tuonato sulla piattaforma X il deputato Nicola Fratoianni dell'Alleanza verdi e sinistra, scomodando poi il nostro governo. "Mi auguro che il ministro Tajani faccia sapere agli amici ungheresi di Meloni e Salvini, che chiedere il rispetto dei diritti civili e umani fondamentali della nostra civiltà giuridica non significa affatto interferenza", ha concluso.
Tajani: "Nessuna volontà di interferenza"
E in serata è arrivata una presa di posizione del vicepremier e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, che oggi ha ricevuto alla Farnesina proprio l'omologo ungherese. Péter Szijjartó. Tajani - riferisce il ministero - "ha ribadito innanzitutto l’attenzione con cui il Governo continua a seguire il caso di Ilaria Salis e ha espresso soddisfazione per l'anticipo della prossima udienza al 28 marzo (inizialmente prevista per maggio)" e "allo stesso tempo ha consegnato al Ministro ungherese un nuovo, dettagliato promemoria sulle condizioni detentive della connazionale, evidenziando la necessità di un giusto processo e dell'assicurare la dignità e i diritti fondamentali della Signora Salis, sul cui caso è costante l’impegno dell’Ambasciata d’Italia a Budapest". Altro che governo assente, come sostiene la sinistra.
Il ministro "Tajani e il Governo italiano da tempo hanno preso l’iniziativa di affrontare il tema delle condizioni di detenzione della Signora Salis, come viene fatto in molti casi per cittadini italiani detenuti all’estero. Senza nessuna volontà di interferenza, ma con la chiara intenzione di far pressione per verificare che le condizioni di detenzione rispettino le normative europee che richiamano alla tutela dei diritti umani. Ed è quanto il Governo italiano continuerà a fare in questo come in altri casi simili", si legge nella nota della Farnesina. Il ministero degli Esteri riferisce ancora che, nel corso dell’incontro, il ministro Szijjrtó ha presentato le priorità della prossima presidenza ungherese del Consiglio Ue.
"I ministri hanno poi avuto un confronto sui principali dossier internazionali ed europei, soffermandosi in particolare sulla situazione nei Balcani Occidentali.
Con riferimento alla Bosnia Erzegovina, Paese di prioritario interesse tanto per l’Italia quanto per l’Ungheria, che infatti assicura il comando della missione EUFOR Althea (Italia svolge il ruolo di Vice Comandante), Tajani ha ribadito l’impegno del Governo a sostegno del percorso europeo di Sarajevo e ricordato che si recherà in visita nel Paese la prossima settimana", ha concluso la Farnesina.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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