L'ennesimo attacco della Francia nei confronti dell'Italia non è passato senza conseguenze. Il ministro degli Interni Gerald Darmanin ha accusato Giorgia Meloni di non essere "in grado di risolvere i problemi migratori". Parole che hanno innescato subito la reazione delle nostre istituzioni, con il ministro degli Esteri Antonio Tajani che ha deciso di annullare la visita a Parigi e che ora chiede alla Francia di fare un passo indietro e di rivolgere le proprie scuse per quanto accaduto. L'esecutivo di centrodestra pretende rispetto.
Tajani inchioda la Francia
Intervistato dal Corriere della Sera, Tajani ha fatto sapere di non aver digerito né il paragone tra Giorgia Meloni e Marine Le Pen né l'etichettatura di governo di estrema destra. Anche in passato l'Italia era finita al centro di una polemica da parte di Parigi con un comunicato che riguardava la nave dei migranti. Tuttavia viene fatto notare che ora a mancare è proprio una motivazione in grado di giustificare o quantomeno spiegare un attacco del genere.
"È un insulto gratuito e volgare ad un Paese amico, alleato, i cui vertici istituzionali sono in perfetta sintonia, per giunta nel primo anno di applicazione del Trattato del Quirinale", ha affermato il numero uno della Farnesina. Secondo cui ci sarebbero state "conseguenze gravissime" se il nostro ministro Matteo Piantedosi avesse osato avanzare delle invettive così forti sul conto del governo francese. I problemi vanno affrontati attorno a un tavolo per trovare la mediazione, "mica si va in televisione ad offendere pesantemente un alleato".
Per il ministro degli Esteri siamo di fronte a "un attacco a freddo, come un pugnalata alle spalle". Ad aggravere ulteriormente il tutto è il fatto che Darmanin è un esponente politico considerato molto vicino al presidente Emmanuel Macron. "Non sono cose che si possono ignorare", ha quindi aggiunto Tajani sottolineando che il comunicato arrivato non è affatto sufficiente. In effetti se si "offende in modo gratuito un'altra persona" come minimo bisogna chiedere perdono.
Stop alla visita a Parigi
È evidente un certo imbarazzo da parte del governo transalpino per le dinamiche delle ultime ore. L'Italia, che rappresenta un Paese democratico fondatore dell'Unione europea e che può vantare millenni di storia, ha una richiesta tanto naturale quanto legittima: "Pretendiamo rispetto, che è lo stesso rispetto che nutriamo nei confronti dei nostri alleati. Pretendiamo che vengano rispettate la nostra storia, il nostro prestigio, la nostra dignità".
Per Tajani si è trattata di un'offesa non solo verso il governo e il presidente Giorgia Meloni, ma anche all'indirizzo di "tutti gli italiani". Il ministro degli Esteri si sarebbe dovuto recare a Parigi per un vertice preparato da settimane che si sarebbe concluso con una conferenza stampa congiunta con l'omologa francese Catherine Colonna, ma è stato deciso di far saltare il viaggio alla luce delle parole di Darmanin.
Ovviamente il capo del governo è stato informato dal titolare della Farnesina prima di annullare la visita a Parigi.
"Mi ha detto che la nota del ministero degli Esteri francese era insufficiente, che se non arrivavano le scuse occorreva annullare la visita", ha riferito Tajani. Che è stato chiamato ben due volte da Catherine Colonna "per dirmi che era dispiaciuta, è stata molto cordiale".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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