Tutte le profezie sbagliate della sinistra italiana su Donald Trump

Nel 2020 sia Enrico Letta sia Paolo Gentiloni e altri illustri esponenti della sinistra italiana davano per morto sia Donald Trump sia il populismo. Le vittorie di Giorgia Meloni prima e poi il ritorno del magnate americano smentiscono questa teoria...

Tutte le profezie sbagliate della sinistra italiana su Donald Trump
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La vittoria di Donald Trump smentisce le “cassandre” della sinistra italiana che nel 2020, all’indomani della sconfitta alle Presidenziali, decretarono la fine della sua carriera politica e del movimento populista internazionale.

"È un colpo durissimo perché la vera forza del sovranismo è stata avere il suo leader più rappresentativo a capo della più grande potenza del mondo. Venuto meno il megafono della Casa Bianca, quel messaggio è destinato a sgonfiarsi", disse a caldo Enrico Letta interpellato da Repubblica. Una profezia smentita appena due anni dopo, proprio quando Letta, da segretario del Pd, sfidò il centrodestra e perse sonoramente consegnando Palazzo Chigi alla sovranista Giorgia Meloni, prima donna a diventare presidente del Consiglio italiano. Dello stesso tenore furono anche le parole di Walter Veltroni: “Anche la destra italiana – disse sempre dalle colonne di Repubblica - deve decidere che strada prendere. Se scimmiotta il populismo alla Bolsonaro è destinata a una sconfitta, se assume le caratteristiche di una destra repubblicana e costituzionale, portatrice dei suoi legittimi valori, diventa un elemento di equilibrio del sistema, che deve trovare un meccanismo di naturale alternanza”.

Il compianto presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, dalle colonne de La Stampa, disse: “Con Trump è stata sconfitta la destra che finge di stare col popolo. Da noi i sovranisti si ritrovano orfani e fuori gioco perché non c’è più spazio per chi pensa di esorcizzare i problemi alzando muri”. Paolo Gentiloni sul Messaggero espresso un’opinione pressoché identica: “Il fatto che comunque il populismo nazionalista abbia perso in America può significare un cambio di stagione generale. Può essere l’avvio di un ciclo, come è accaduto in passato in alcune vittorie elettorali americane: penso a quelle di Reagan e di Clinton”. In realtà, nel corso di questi quattro anni, i cosiddetti sovranisti, seppur orfani di Trump, oltre a vincere in Italia, sono cresciuti un po’ ovunque come si è visto alle ultime elezioni Europee. In Francia il partito di Marine Le Pen è stato il più votato alle ultime elezioni parlamentari e lo stesso è avvenuto in Austria con il Fpo. In Olanda i populisti sono divenuti primo partito e sono andati al governo, mentre in Germania Afd ha sfondato il tetto del 20%. L’unico che seppe leggermente prevedere il futuro fu l’ex premier Romano Prodi che, su La Stampa, disse:“Trump ha contribuito a rendere più cattivo il mondo ma la tensione contro la democrazia e l’avanzare degli autoritarismi dura da anni. Con la vittoria di Biden ci possiamo concedere un periodo di sosta dalla ‘follia’ e questo ci consentirà di capire se Trump sia stato soltanto un incidente, che ha approfittato di una deriva della storia, aggravandola”. Poi, però, aggiunse: “Trump ha avuto un’enormità di voti in più rispetto all’elezione precedente. Significa che lui porta avanti qualcosa di profondo che sta dentro l’anima americana”.

E, in effetti, Trump ha vinto nuovamente puntando tutto a dare soluzioni alternative alle principali paure degli americani: la crisi economica, l’immigrazione e una politica estera volta alla conclusione dei conflitti internazionali.

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