"Accuse senza prove e audio manipolati. L'unico vero obiettivo era farmi fuori". Intervista a Rosanna Natoli

"Accuse senza prove e audio manipolati. L'unico vero obiettivo era farmi fuori". Intervista a Rosanna Natoli
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Il plenum ha appena deciso: Rosanna Natoli è sospesa dal Csm. Un fatto senza precedenti.

Dottoressa Natoli, se l'aspettava?

«Si certo me l'aspettavo, visto che nessuno ha finora voluto ascoltare le mie ragioni; ma alla fine ho cercato di chiarire con una sequenza di memorie e in plenum. Memorie in cui ho messo in dubbio l'operato della Procura di Roma, che mi indaga da giudice incompetente territorialmente, tant'è che per radicare la competenza nella Capitale mi ha dovuto contestare l'abuso d'ufficio, la cui legge abrogativa era in attesa della firma del Presidente della Repubblica al momento dei fatti».

Scusi, andiamo al punto. Non ha pensato alle dimissioni?

«La vicenda di Maria Fascetto Sivillo mi ha profondamente turbata, non perché avrei potuto essere sospesa, ma perché sono stata vittima di un processo sommario basato su una registrazione contenuta in una chiavetta usb cui è stata allegata la trascrizione, nemmeno giurata, di un consulente di parte. Se la procura avesse fatto le giuste indagini e fosse emersa la mia colpevolezza mi sarei subito dimessa, ma non in queste condizioni, senza prove e senza giusto processo e per un reato per il quale vi è stata abolitio crimis. Questa è la rappresentazione plastica dello stato in cui si trova la magistratura oggi e dello strapotere delle procure».

D'accordo, l'abuso non c'è più ma i fatti restano gravi. Lei avrebbe dato consigli alla giudice per affrontare il processo disciplinare al Csm e avrebbe violato il segreto della camera di consiglio.

«Non ho violato il nessun segreto. E poi quale? La procura di Roma non mi dice quale sarebbe la violazione».

Gli audio della registrazione non la imbarazzano? Lei, consigliere del Csm e membro della Disciplinare, le avrebbe detto «Dobbiamo aggiustare il tiro».

«Sono audio manipolati. E la trascrizione, peraltro di parte, è incompleta. Il ricordo che ho dell'incontro non coincide con quanto depositato dalla Fascetto Sivillo e quindi ne contesto l'assoluta veridicità, ma anche a voler ritenere la trascrizione depositata è evidente che non ho dato consigli alla Fascetto, anche perché non ne aveva bisogno visto che il procedimento disciplinare era già definito dal 25 luglio 2023! Sentenza che fra l'altro la Fascetto non ha neanche impugnato: per cui è evidente che non le ho dato alcun consiglio. Come non ho mai dato consigli per i suoi procedimenti non ho mai violato il segreto della camera di consiglio. Ma c'è di più».

Che cosa?

«Avrei violato il segreto se avessi svelato il percorso della Camera di Consiglio e l'iter che ha portato alla sentenza disciplinare. E questo non lo sostengo io, l'afferma la Cassazione a sezioni unite il 13 marzo 1998. Insomma, avrei commesso un reato se avessi raccontato Tutto il procedimento - queste le parole esatte della Suprema corte - attraverso il quale si forma la volontà dell'organo collegiale».

La sospensione pare sia stata caldeggiata anche dal Quirinale. Ora l'attende la procura di Roma.

«Dopo la decisione di convocarmi di volata senza attendere i tre giorni canonici per rendere l'interrogatorio, fino ad oggi non sono stata ancora richiamata. Evidentemente le uniche ragioni di urgenza erano quelle di consentire al CSM la mia sospensione».

La sua assenza è stata decisiva per la nomina del nuovo procuratore della repubblica di Catania?

«Certo che mia assenza è stata decisiva, ma non lo dico io lo dicono i numeri: 12 Francesco Pulejo e 13 Francesco Curcio.

Se fossi entrata avrei votato per Pulejo e oggi sarebbe il procuratore di Catania perché, a parità di voti, passa il più anziano in carriera. Io avevo molto desiderio di votare il Procuratore della mia città ma per come ho già spiegato nella mia istanza di annullamento/revoca in autotutela già depositata al CSM non l'ho potuto fare».

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