
Guido Alpa, uno dei massimi giuristi e avvocati italiani, tra i più importanti civilisti al mondo si è spento ieri all'età di 77 anni. Il curriculum è a cinque stelle. Procuratore legale iscritto all'albo del distretto di Genova dal 1974, avvocato dal 1980, patrocinante in Cassazione dal 1984, del consiglio nazionale forense è stato membro dal 1995, e presidente dal 2004 al 2015.
Nato a Ovada (Alessandria) cattedra di diritto privato alla Sapienza di Roma per trent'anni, dove è stato prima ordinario di diritto civile e diritto privato, poi professore emerito. Professore alla Luiss, docente anche all'università telematica Unimarconi, una vita divisa tra Genova e Roma, è considerato uno dei grandi maestri del diritto italiano. Il suo studio si è sempre occupato solo di diritto civile e commerciale. Allievo di Stefano Rodotà, ammiratore di Carlo Federico Grosso, il suo nome - nelle cronache giornalistiche - è legato al rapporto con Giuseppe Conte di cui è il mentore. In una intervista al Corriere, Alpa raccontò: «Era già assistente di Diritto civile alla Sapienza quando io vi arrivai nel 1991. Non sono stato né il suo maestro né il suo mentore. Abbiamo lavorato insieme a qualche pratica e scritto un libro a quattro mani, ma non è mai stato mio associato. I nobili Pasolini dall'Onda gli diedero in affitto lo studio sopra il mio. Lo chiuse quando divenne premier». Alpa in quell'occasione negò anche di aver avuto un qualsivoglia ruolo nella sua parabola politica, né tantomeno di aver contribuito a redigere lo Statuto 5S. «Conte quando gli fu proposto di fare il premier non si consultò con me. La sua carriera pubblica è autonoma rispetto alle mie idee. Non fui tra coloro che gioirono per quell'incarico. Pensavo, e penso, che fosse un errore dedicarsi alla politica a tempo pieno». E sull'aver presieduto due governi consecutivi di segno opposto, il giurista non nascose di aver sollevato questa obiezione.
«Mi rispose che aveva un suo progetto da perseguire con entrambe le coalizioni».Alpa è stato ricordato con una nota dal Consiglio Nazionale Forense. «La scomparsa di Alpa - sottolinea Francesco Greco, presidente Cnf - lascia un vuoto enorme nella comunità giuridica italiana e internazionale».
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