Addio monsignor Negri. Il vescovo conservatore allievo di don Giussani

Tra i protagonisti della crescita di Cl, parlò di "rischio scisma nella Chiesa"

Addio monsignor Negri. Il vescovo conservatore allievo di don Giussani

Addio a monsignor Luigi Negri, vescovo emerito di Ferrara, allievo di Don Giussani, tra i protagonisti della crescita del movimento Comunione e Liberazione.

Ottanta anni appena compiuti, il vescovo conservatore, di origine milanese, fu criticato in più occasioni per le sue posizioni integraliste. L'ultima polemica fu nel 2015 quando Papa Francesco decise di chiamare alla guida della diocesi di Bologna, per anni in mano a Cl, Matteo Zuppi e a Palermo Corrado Lorefice, due preti di strada. Ironia della sorte sarà proprio il cardinale Zuppi, il 5 gennaio, a presiedere le esequie di Negri. Il 4 gennaio, invece, l'Arcivescovo di Ferrara-Comacchio Monsignor Gian Carlo Perego presiederà una solenne messa in presenza della salma e alle ore 21 una Veglia di preghiera. La salma proseguirà poi per Milano, sua città di origine, dove si terrà la celebrazione presieduta dell'arcivescovo, monsignor Mario Delpini presso la basilica di S. Ambrogio. Negri verrà tumulato al cimitero di Vignate nella tomba di famiglia secondo le sue volontà.

Nel 2020, in piena pandemia, mons. Negri era stato uno dei primi firmatari dell'appello «Veritas liberabit vos», «per la Chiesa e per il mondo», pubblicato da alcuni siti cattoliciconservatori, come «Duc in altum» e «Stilum Curiae»: un appello affinché la pandemia del coronavirus non fosse «il pretesto», al quale «si è giunti in molti casi», per «ledere i diritti inalienabili dei cittadini, limitando in modo sproporzionato e ingiustificato le loro libertà fondamentali, tra cui l'esercizio della libertà di culto, di espressione e di movimento». Tra i promotori l'ex Nunzio in Usa, monsignor Carlo Maria Viganó, ostile a Bergoglio, e secondo cui il Papa dovrebbe dimettersi.

In un'altra intervista, a La Verità, il vescovo conservatore disse che «il rischio scisma» nella chiesa, è sempre «possibile». Mentre in tema di migranti, ebbe modo di dire che «la Chiesa non può mai rinunciare a mettere al primo posto la fede. Anche se ci fossero 850 milioni di migranti, la Chiesa non potrà mai dire che allora il suo problema sono i migranti, ma che il suo problema è la fede e da ciò tirare fuori la soluzione ai problemi, compreso quello dei migranti».

Nato a Milano il 26 novembre 1941, mons. Negri frequenta il liceo classico Berchet di Milano, dove incontra l'amico e ispiratore, monsignor Luigi Giussani, di cui, dopo esserne stato uno dei primi allievi, ne diventa uno dei primi e più stretti collaboratori. Si laurea a pieni voti in filosofia all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Entra in seminario nel 1967, viene ordinato sacerdote nel 1972; nel 2005 viene nominato vescovo della Diocesi di San Marino-Montefeltro. È una delle ultime nomine di Giovanni Paolo II. Sceglie come motto «Tu, fortitudo mea» (Tu, mia forza).

Nel 2012 (e fino al 2017) diventa vescovo di Ferrara-Comacchio e Abate di Pomposa.

La diocesi di Ferrara informa che «chi volesse ricordare con una donazione l'arcivescovo emerito, si suggeriscono 4 istituzioni: Università Cattolica di Milano, Caritas Diocesana di Ferrara, Banco Alimentare e Seminario Arcivescovile di Ferrara-Comacchio».

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