Adescate e stuprate a 18 anni. Fermato l'aggressore in fuga

Le ragazze violentate nell'appartamento di due uomini appena conosciuti al bar. Arrestati entrambi dalla polizia

Adescate e stuprate a 18 anni. Fermato l'aggressore in fuga
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Attirata assieme a un'amica in un appartamento al Casilino, stuprata da due uomini. Arrestati dalla polizia i due aguzzini, Adriatik Vrapi, 47 anni albanese e Andrei Stefan Mihaescu, 24 anni romeno, che hanno fatto ubriacare e violentato a turno una delle due 18enni dell'hinterland della capitale, ospiti di un amico. A dare per prima la notizia della drammatica vicenda, l'agenzia giornalistica LaPresse.

Una brutta storia difficile da dimenticare per Anna e Veronica, chiamiamole così, la prima residente a Nepi, nel viterbese, l'altra di Palombara Sabina. Le due ragazze trascorrono una breve vacanza nella capitale, a casa di un amico comune, un coetaneo conosciuto in chat. I genitori si fidano e le lasciano andare per qualche giorno. Una delle due, però, ha un grave ritardo cognitivo e soffre di epilessia. Il 29 luglio Anna e Veronica passeggiano per le vie del quartiere Borghesiana con il ragazzo che le ospita. Incontrano un amico di quest'ultimo, Adriatik. Sembra gentile, spiritoso, soprattutto innocuo.

Una chiacchiera di pochi minuti, poi i tre lo salutano e se ne vanno. Nel pomeriggio le due ragazzine lo incontrano di nuovo, questa volta in un bar del quartiere. Adriatik è con un suo conoscente, Andrei. I due offrono da bere, Anna e Veronica sulle prime non accettano. I quattro parlano per un po' fino a quando Andrei, con una scusa, convince le 18enni ad andare a casa sua, un appartamento all'ultimo piano in via Torregrotta. I due ci provano di brutto, racconteranno le vittime agli agenti del commissariato Casilino. I tentativi di approccio non vanno a buon fine, almeno per i due. Fino a quando il 47enne porta una ragazza in una stanza. Lei resiste ma lui la trascina dentro con la forza e chiude la porta. La costringe a spogliarsi e, dopo aver consumato un rapporto orale, la violenta. Esce dalla camera piangendo e incontra il 24enne romeno che, almeno all'apparenza, cerca di aiutarla. Hai messo male la maglietta, non va bene. Te ne dò un'altra le dice. Portata in un'altra stanza, la violenta anche lui.

Quando lei esce si avvicina all'amica. In bagno le racconta quanto accaduto e assieme decidono di fuggire da quella situazione e, soprattutto, da quella casa maledetta. Sono le 23,30, scendono le scale correndo a più non posso. In strada gridano aiuto ma nessuno le sente. Allora fermano un automobilista che chiama il 112. L'incubo è finito. Mentre gli agenti fanno irruzione nell'appartamento arrestando il giovane romeno, Anna e Veronica vengono portate in ospedale.

Al policlinico Casilino i medici confermano la violenza sessuale per una delle due. L'altra escoriazioni e tanta paura. Scatta il protocollo Rosa, parte l'informatica al pool di magistrati antiviolenza della Procura e vengono avviate le indagini della polizia giudiziaria del VI Distretto per rintracciare il secondo violentatore.

Gli agenti lo trovano la mattina dopo, nascosto nel container di un deposito mezzi in via Mesoraca. Ha con sé un trolley ed è pronto a lasciare l'Italia. Senza fissa dimora, anche per l'albanese scattano le manette. Le accuse? Violenza sessuale di gruppo aggravata.

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