Ai domiciliari perseguita l'ex. Lei lo denuncia, poi si uccide

Lo stalker la minacciava nonostante fosse controllato. La 33enne si sentiva in pericolo. Indaga la Procura

Ai domiciliari perseguita l'ex. Lei lo denuncia, poi si uccide
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Ci aveva provato e riprovato ad allontanarlo da lei, seguendo l'iter della giustizia. Ma non c'era mai riuscita fino in fondo e, sentendosi in trappola, si è tolta la vita.

Arriva da Caltanissetta l'ennesima storia che porta sulle pagine della cronaca una donna perseguitata da uno stalker. Una vittima come tante, che invece di farsi uccidere, si è uccisa. La 33enne di origine romena da tempo non si sentiva sicura, perché un uomo della stessa nazionalità ma di sette anni più giovane, continuava a perseguitarla, nonostante dovesse essere sotto stretto controllo. Ora la Procura dovrà capire come possa essere successo.

Il 28 giugno la donna si era recata dai carabinieri della stazione di Riesi, paese in provincia di Caltanissetta dove abitava da tempo e aveva denunciato l'ex che continuava a molestarla. Non era la prima volta che trovava il coraggio di denunciare l'aguzzino. La loro relazione, che risale al 2020 ed era stata accompagnata da una breve convivenza, era stata puntellata da episodi di minacce e violenze fisiche e psicologiche, tanto che appena qualche mese fa lui era stato condannato a 11 anni per violenza sessuale e lesioni. Queste accuse lo avevano portato in carcere e poi aveva ottenuto i domiciliari. Ma evidentemente non era bastato, perché aveva continuato a renderle la vita un inferno.

Il successivo racconto, fatto dalla vittima alle forze dell'ordine il 28 giugno, aveva messo in allerta il sostituto procuratore generale Fabiola Furnari che, ritenendo il soggetto ad alto rischio, aveva chiesto per lui l'aggravamento della misura cautelare. In tempi record la Corte d'appello di Caltanissetta aveva disposto le manette per il romeno.

Ma nonostante la rapidità con cui si è mossa la giustizia, la donna terrorizzata e stanca di lottare, ieri si è suicidata. Su quanto accaduto dovrà far luce la Procura, che in seguito alla denuncia sporta dalla 33enne, aveva già aperto una nuova indagine. Non si capisce perché lo stalker dopo due condanne a 11 anni per stupro, lesioni e minacce di morte (ricevute sia in primo grado che in appello) abbia continuato a tenere l'ex sotto scacco, probabilmente non rispettando le prescrizioni che gli erano state imposte ed eludendo i controlli. Bisognerà accertare anche per quale ragione le misure a cui l'imputato doveva essere sottoposto non abbiano funzionato a dovere e come mai fosse ancora così libero di muoversi.

Sconvolta la comunità di Riesi, gli amici e quanti in paese conoscevano la donna e sapevano del suo Inferno.

«A questa povera ragazza suicida perché vessata da un mostro dobbiamo dare risposte - ha dichiarato Alfredo Antoniozzi, vice capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera e membro della commissione antimafia -.

Innanzitutto capire come sia stato possibile ai domiciliari per il suo aguzzino continuare a perseguitarla e mi auguro che il ministro Nordio voglia fare luce sulla vicenda. È veramente una morte ché fa rabbia e ché poteva essere evitata».

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