Albania, le toghe annunciano un'altra sentenza anti governo

Anticipato alla festa di Md il verdetto di oggi per gli ultimi sette migranti: sarebbe disatteso il decreto sui Paesi sicuri

Albania, le toghe annunciano un'altra sentenza anti governo
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Secondo le toghe di Magistratura democratica sul modello Albania per gli immigrati c'è un'unica strada, bocciare il decreto legge del governo Meloni sui rimpatri e i Paesi sicuri. E questo in due possibili modi, o ricorrere alla Corte di giustizia europea o disapplicarlo semplicemente.

Lo dicono al loro congresso in Campidoglio proprio alla vigilia della nuova ordinanza del tribunale di Roma che oggi si pronuncerà sui 7 richiedenti asilo (erano 8, ma uno è rientrato in per cattive condizioni di salute) portati in Albania dalla nave Libra della Marina militare.

La presidente di Md Silvia Albano è la giudice della sezione immigrazione di Roma che ha già bocciato il trattenimento dei primi 12 migranti oltre l'Adriatico e dice che ha solo applicato la legge, come tutti i colleghi dovranno fare, perché la giurisprudenza è unanime sulla supremazia del diritto europeo. «Il fatto che chi come noi cerca di applicare la Costituzione e le carte sovranazionali venga appellato come giudice comunista mi preoccupa molto per lo stato della nostra democrazia», dice. Il governo la pensa all'opposto, per questo ha fatto un decreto legge con la lista dei Paesi sicuri per il rimpatrio, ma a quanto pare non basta.

Chi protesta con più foga è il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri: «È incredibile. La magistrata di Md Albano, in un comizio del suo movimento, ci rivela che ci sono sentenze già scritte e che saranno divulgate domani (oggi, ndr). In questo modo si esercita la giustizia in Italia da parte di alcuni magistrati. In una manifestazione di un'organizzazione chiaramente politica, come Md, una sua appartenente ci spiega che c'è già una sentenza fatta, non da lei, e che domani (oggi, ndr) sarà resa nota ai comuni mortali. Applausi. Stiamo peggio che in Corea del Nord. Lì, forse, ci sono più garanzie e più trasparenza nella giustizia di quante ve ne siano in Italia. Il Paese pericoloso non è l'Egitto, ma è l'Italia finché ci sono persone del genere a gestire la giustizia».Secondo i vertici di Md la decisione di oggi sulla convalida o meno non può discostarsi dalle precedenti. La Albano sottolinea che «c'è il pronunciamento unanime dell'Unione delle camere penali e dalle associazioni dei professori di diritto dell'Unione Europea».

Sabato, all'apertura del congresso, il segretario di Md Stefano Musolino ha già detto: «Purtroppo l'attualità ripete qualcosa che è già successo e rischia di diventare una sorta di farsa. Il tribunale di Roma sarà chiamato nuovamente a giudicare su questo argomento, si è già espresso e gli orientamenti interpretativi di massima credo siano stati piuttosto delineati. Sarei sorpreso se cambiasse qualcosa». Dunque, o il rinvio alla Corte europea o la disapplicazione tout court. Intanto, scaduti i 28 giorni previsti, i 7 migranti dovranno ritornare in Italia in attesa di una risposta definitiva.

Pur con toni pacati, al congresso di Md il viceministro della Giustizia, l'azzurro Francesco Paolo Sisto, ha detto che dubbi ce ne sono eccome, ha parlato di «babele giuridica». Infatti, il 4 dicembre la Cassazione deciderà sui 12 ricorsi contro lo stop del trasferimento.

Ha anche notato che le ordinanze hanno scelto la via della Corte di giustizia europea, ma per lui prima bisognava adire la Corte costituzionale. Tranne il tribunale di Catania, che ha disapplicato il decreto legge sostenendo che «L'Egitto non è sicuro», anche se è stato inserito nella lista. Per Sisto, questo caso «è da esaminare perchè desta perplessità».

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