Albergo requisito per gli immigrati in nome dei... Savoia

Nel Veronese per dare un tetto ai profughi il governo ha riesumato una legge del 1865

Albergo requisito per gli immigrati  in nome dei... Savoia

Altro che riforma della Costituzione, altro che Codice Rocco. Per requisire un albergo da consegnare agli immigrati (a Castel d'Azzano, provincia di Verona) il governo si è attaccato addirittura a una legge dei Savoia. Una norma storica, la 2248 del 1865, il provvedimento con cui il Parlamento del Regno da poco trasferitosi da Torino a Firenze - uniformava le legislazioni presenti nei diversi territori appena unificati. All'articolo 7 dell'Allegato E, quello che tratta del contenzioso amministrativo, si legge: «Allorché per grave necessità pubblica l'autorità amministrativa debba senza indugio disporre della proprietà privata, od in pendenza di un giudizio per la stessa ragione, procedere all'esecuzione dell'atto delle cui conseguenze giuridiche si disputa, essa provvederà con decreto motivato, sempre però senza pregiudizio dei diritti delle parti».

Linguaggio ottocentesco ma contenuto da socialismo reale: lo stato può disporre della proprietà privata. Tanto più che, in base alla legge 996 del 30 novembre 1950 (85 anni dopo, il tempo vola), è stabilito che «i provvedimenti adottati dai prefetti nell'esercizio dei poteri previsti dall'articolo 7 della legge 20 marzo 1865, n. 2248, all. E, sono provvedimenti definitivi».

Il prefetto di Verona, e dunque il governo, ha rispolverato questa legge firmata da Vittorio Emanuele II per requisire l'hotel Cristallo e trasformarlo per tre mesi in un centro di assistenza straordinaria (Cas) «per l'accoglienza così si legge nell'ordinanza firmata dal dottor Salvatore Mulas di un congruo numero di profughi nel veronese».

Il Cristallo è un quattro stelle alle porte di Verona con 93 stanze e annesso ristorante di qualità con una posizione strategica, vicino a un casello autostradale, alla fiera e all'aeroporto in grado di ospitare circa 200 persone. La scure della requisizione è caduta su questa struttura perché i proprietari (il Clap Hotels Group della famiglia Poiani) gestiscono altri alberghi a Verona uno dei quali, il Monaco, anch'esso in zona industriale, ospita un centinaio di richiedenti asilo.

«È una decisione che subiamo» hanno detto i titolari attraverso il loro legale. Il Cristallo infatti lavora a pieno regime anche in bassa stagione: registra il tutto esaurito nel ponte del 1° Novembre e fino alla Fieracavalli prevista dal 10 al 13 novembre nella città scaligera.

Anche le leggi del Regno vengono dunque arruolate dal ministero dell'Interno «per le urgenti e indifferibili necessità di alloggiare e gestire i cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale assegnati alla Prefettura di Verona». Con i proprietari dell'albergo ha protestato la popolazione di Castel d'Azzano scesa in piazza al grido di «L'Italia agli italiani». In coda al corteo c'era pure il sindaco Antonello Panuccio che la prefettura non aveva avvisato della requisizione.

La protesta è stata efficace: il governo si è preso paura e il prefetto ha rinviato ogni decisione al 18 novembre, finita Fieracavalli. L'annuncio è venuto da Alessia Rotta, deputata veronese del Pd e responsabile comunicazione del partito, che ha dovuto ammettere: «Le preoccupazioni dei cittadini di Castel d'Azzano sono del tutto legittime».

Requisire non un

fabbricato vuoto come già era capitato, ma un quattro stelle in piena attività avrebbe costituito un precedente gravissimo. Potrebbe toccare anche alle abitazioni sfitte o alle seconde case. E quindi contrordine, compagni.

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