Alfaniani e transfughi bussano da Berlusconi: ma chi torna va in coda

Da Ala a Ncd, tanti intenzionati a ritornare. "Il verdetto di Strasburgo? Ci sarò comunque"

Alfaniani e transfughi bussano da Berlusconi: ma chi torna va in coda

Tornato a Roma mercoledì notte, Berlusconi si butta nella mischia e incontra i vertici del partito. Prima i capigruppo, poi i coordinatori regionali. Sente profumo di campagna elettorale, il Cavaliere anche se, vista soprattutto la situazione del Pd, afferma: «Non credo che si voterà prima di febbraio dell'anno prossimo, alla scadenza naturale della legislatura». Non solo: la sentenza della corte di Strasburgo pare interessargli meno del solito: «A prescindere dal verdetto sarò in campo. Già con la battaglia referendaria la mia presenza è stata determinante. E lo sarà anche per le Politiche».

Coi suoi parla di tutto, l'ex premier; e, aggiornato sui prossimi movimenti parlamentari, non può che annuire soddisfatto: Forza Italia è tornato un polo d'attrazione. Ncd si sta dissolvendo e molti stanno ribussando alle porte di Arcore. Stesso discorso per i verdiniani di Ala. Il Cavaliere non serba rancore per chi lo ha abbandonato e dice: «Sono tutti benvenuti. È ovvio, però, che chi ritorna si mette in coda». Al momento della compilazione delle liste chi non ha abbandonato la nave sarà privilegiato rispetto ai tanti Schettino che chiederanno di risalire a bordo. Non solo: «Chi non è in regola con il pagamento delle quote non sarà rieletto».

Su legge elettorale ed eventuali primarie per la leadership del centrodestra l'ex premier taglia corto: «Sono cose che non interessano gli italiani. I quali hanno ben altri problemi. Sapete quanta gente mi contatta chiedendomi una mano perché non ce la fa ad andare avanti? Dobbiamo parlare di questo». E per questo rilancia il suo programma sociale, coadiuvato da teste liberali come Carlo Nordio, Antonio Martino e Antonio Marzano.

È già pronto un programma, come anticipato dal Giornale, chiamato l'Albero delle libertà: dieci rami che producono tre frutti. Eccoli: meno tasse (Nessuna tassa sulla casa, nessuna tassa di successione, nessuna tassa sulle auto); meno Stato (no all'oppressione fiscale, burocratica e giudiziaria); meno Europa (doppia moneta, no bail-in per le banche, basta austerità); più aiuti ai bisognosi (pensione minima a 1.000 euro, pensioni alle mamme, stipendio minimo garantito); più sicurezza (più poliziotti di quartiere, soldati in città, accordi con i Paesi africani); più garanzie (riforma della giustizia, niente appello per chi è assolto, riforma della custodia cautelare in carcere); piano per il Sud (lotta alle mafie; facilitazioni per le imprese e infrastrutture); aiuti agli animali domestici (misure svuota canili).

Tuttavia un ragionamento sulla legge elettorale lo si fa: «Visto il caos al Nazareno dobbiamo

aspettare il congresso del Pd. Prima di maggio è inutile parlarne». È ottimista perché «i sondaggi ci danno sopra la Lega»; ma il timore di un asse tra leghisti e grillini in nome dell'anticasta c'è. Ma il baluardo è ancora lui.

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