Alfano le prova tutte per non sparire: adesso si aggrappa a De Mita e Follini

Angelino pensa a un nuovo partito, revival di centro coi vecchi democristiani

Alfano le prova tutte per non sparire: adesso si aggrappa a De Mita e Follini

Roma Angelino Alfano non vuole mollare la poltrona. Il ministro degli Esteri è pronto a tutto pur di salvare una fetta di potere. Un partito con il redivivo Ciriaco De Mita, pezzo da novanta della Dc negli anni della prima Repubblica, giunto oggi all'età di 89 anni, è l'ultima disperata mossa dell'ex delfino di Silvio Berlusconi per scongiurare il congedo dalla vita pubblica.

Dalla rottamazione renziana alla restaurazione demitiana: Alfano non perde tempo. La missione non cambia: difendere la poltrona. A costo di allearsi con un reduce dell'era Dc. Ora, il titolare della Farnesina mollato in rapida successione da Pier Ferdinando Casini, Denis Verdini, Bruno Tabacci e Stefano Parisi, si aggrappa a De Mita senior per rilanciare il progetto di un partito centrista e moderato. Due giorni fa il nome di Alfano spuntava tra i relatori di un confronto pubblico promosso dall'ex presidente del Consiglio della Dc a Roma al Palazzo Santa Chiara con Marco Follini, Lorenzo Dellai e Gianpiero D'Alia. Nonostante gli inviti ai dibattiti pubblici, i sondaggi inchiodano il ministro degli Esteri alla dura realtà dei voti: il polo dei moderati, lanciato nel mese di aprile da Alfano, non supera il 2%. E, dunque, mentre il leader di Ap si agita tra i palazzi, gli elettori hanno già bocciato il suo partito. In nessuna ipotesi di legge elettorale, Ap riuscirebbe ad eleggere un gruppo parlamentari. Un partito con De Mita è ormai l'ultima spiaggia per sperare nella rielezione in Parlamento. Anche perché tutti i compagni di viaggio hanno deciso di mollare Alfano già prima che il progetto del partito dei moderati decollasse. L'ultimo no all'ex ministro dell'Interno è arrivato da Stefano Parisi: il movimento politico di Energie per l'Italia è sempre più intenzionato a seguire una strada autonoma, abbandonando l'idea di un patto con Ap. «Alfano e De Mita stanno lavorando a un partito di centro, ma è un partito che guarda a sinistra. Lo si deduce dalla provenienza di queste forze residue della sinistra Dc. Ci sono dei passaggi fondamentali che segnano il limite. Il codice antimafia è passato alla Camera e la prossima legge sullo ius soli potrebbe passare. Chi dovesse appoggiare queste due leggi si schiera chiaramente a sinistra contro il centrodestra», ha commentato Parisi a margine della conferenza stampa di presentazione del progetto di legge sull'equo compenso per le professioni tenuta con il presidente della commissione Lavoro del Senato Maurizio Sacconi. «La confusione di un centro che vuole stare sia con il centrosinistra che con il centrodestra a seconda di quali sono le migliori convenienze è destinata a non avere futuro», ha concluso il leader di Energie per l'Italia. Parole nette che chiudono all'ipotesi di una fusione tra Alfano e Parisi in una eventuale forza centrista. Verdini e Casini, prima del manager milanese, avevano scartato lo scenario di un'alleanza con Alfano. Bruno Tabacci ha preferito i post-comunist al ministro degli Esteri, spingendo Centro Democratico da Giuliano Pisapia. E al peggio non c'è fine: gli addii potrebbero aumentare nei prossimi giorni.

La pattuglia di parlamentari di Ap vicina al capogruppo Maurizio Lupi è tentata dall'idea di riabbracciare Silvio Berlusconi. Il Cavaliere ha già fatto sapere che le porte di Forza Italia sono aperte per tutti. Tranne che per Alfano: il traditore che ora rischia di essere mollato e tradito da tutti.

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