Allarme imprese: "In primavera sarà un massacro di licenziamenti"

Adinolfi (Confapi): "Da marzo lavoro a rischio". Allarme dal Cnel: "Situazione esplosiva". Catalfo tenta il tutto per tutto con la riforma degli ammortizzatori.

Allarme imprese: "In primavera sarà un massacro di licenziamenti"

Aziende e sindacati fanno il conto alla rovescia per una primavera che si annuncia difficile per il mercato del lavoro. Il 2021 inizia sotto auspici poco favorevoli dal punto di vista sanitario. E sul fronte economico, oltre alle nuove sfide, restano da smaltire le scorie del 2020. C'è ad esempio il blocco dei licenziamenti, in scadenza il 30 marzo primavera. «Quando cesserà in primavera, crollerà il sistema e i licenziamenti potrebbero diventare il boomerang contro il governo, qualsiasi esso sarà», ha spiegato ieri il presidente dei giovani imprenditori di Confapi, Luca Adinolfi, in un'intervista ad Adnkronos. «Il blocco dei licenziamenti può essere una cura esclusivamente del breve periodo ma qui stiamo attraversando una crisi globale e complessa fortemente strutturata in tutti i continenti ad esclusione dell'Asia». Manca una «politica industriale di lungo periodo» e, dal punto di vista delle imprese, «è deludente per noi giovani non ritrovarci guidati da un governo coeso e con visione prospettica». Nessuna intenzione di «criticare, sparando nel mucchio sarebbe troppo semplice», aggiunge Adinolfi, ma «è evidente che con il passare dei mesi manchi una visione».

Generalmente gli allarmi sulla fine del blocco dei licenziamenti sono firmati da sindacati, che hanno difeso e sostenuto fin dall'inizio lo stop e ora propongono di prorogarlo. Opposta la ricetta delle imprese, che non lo avrebbero voluto fin dall'inizio. Entrambi temono gli effetti della fine dello stop.

Il tema è strettamente legato alla riforma degli ammortizzatori sociali. Governo, sindacati e associazioni imprenditoriali dovrebbero presto incontrarsi. Al ministro del Lavoro Nunzia Catalfo il compito di affrontare il progetto a partire dalla seconda metà del mese. «Mi confronterò con le parti sociali, con l'obiettivo di arrivare velocemente alla sua approvazione», ha assicurato recentemente.

A confermare l'emergenza il XXII «Rapporto Mercato del lavoro e contrattazione» del Cnel, secondo il quale il 2021 inizia sotto pessimi auspici. La situazione del mercato del lavoro italiano, già critica, con 12 milioni di lavoratori la cui attività è stata sospesa o ridotta a causa del Covid. Nei prossimi mesi è destinata molto probabilmente ad accentuarsi e diventare «esplosiva» con l'interruzione della cassa integrazione e la fine del blocco dei licenziamenti. Si teme che una parte degli esuberi verrà sicuramente «assorbita» dall'economia sommersa, non riuscendo a trovare un'occupazione in regola, andando ad aumentare la quota già aumentata negli ultimi anni di lavoro nero. «La crisi prodotta dal Covid e dai provvedimenti adottati per contrastare l'emergenza sanitaria ha alterato in profondità il funzionamento del mercato del lavoro come dell'economia, con impatti diversificati per settori, per territori e per gruppi sociali, allargando divergenze e diseguaglianze storiche», ha commentato il presidente del Cnel, Tiziano Treu.

Parla di uno «tsunami sociale» in arrivo anche Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro ed esponente del Pd, secondo il quale la soluzione è che nel Recovery plan trovi spazio il prolungamento della Cig e il blocco

dei licenziamenti per tutto il 2021. Le protezioni sociali per Damiano devono durare quanto la pandemia. Tesi da sindacalista, che, almeno per quanto riguarda gli ammortizzatori, potrebbero non essere sgradite alle imprese.

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