Altre polemiche sul Ponte. "Ma il tetto agli stipendi resterà per i manager"

L'ad Ciucci smonta le accuse della sinistra. Oggi il cdm, Salvini vuole chiudere in fretta

Altre polemiche sul Ponte. "Ma il tetto agli stipendi resterà per i manager"
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Lo stop al tetto degli stipendi per i manager della società Ponte sullo stretto Spa è una partita che il vicepremier Matteo Salvini vuole chiudere in fretta, senza troppe discussioni al Consiglio dei ministri di oggi. La spinta delle opposizioni avrebbe, però, aperto un varco di riflessione in maggioranza. C'è chi suggerisce un supplemento di esame. Rinviando tutto all'autunno. Il timore che cresce in pezzi del governo è che si possa aprire, dopo lo stop al reddito di cittadinanza, un scontro radicale tra ricchi e poveri. Scenario che Palazzo Chigi vuole evitare. E dunque la norma «ballerà» fino alla riunione del Cdm fissato nel tardo pomeriggio di oggi. Il Ponte sullo Stretto accende lo scontro politico sotto l'ombrellone. La sinistra punta a far saltare la deroga, inserita nel decreto Asset e investimenti, che elimina per alcuni manager, che lavoreranno al progetto del Ponte, il tetto al compenso fissato sull'asticella dei 240mila euro l'anno. Parliamo della più importante opera pubblica mai realizzata in Italia: un investimento 10 miliardi e la società chiamata a coordinare i lavori potrebbe avere la necessità di reclutare professionisti di fama internazionale. Il limite dei 240mila euro potrebbe essere un ostacolo. Ieri sul contenuto della norma contestata è arrivato il chiarimento di Pietro Ciucci, amministratore delegato della Società Stretto di Messina: «La deroga al tetto degli stipendi riguarda l'assunzione di dipendenti, ovvero ingegneri ed esperti con le massime competenze, da parte della Società e non è rivolta al Presidente e all'Ad e in generale al Consiglio di Amministrazione. Sottolineando che la società assumerà 100 risorse da Anas e Rfi aziende per le quali il tetto non è previsto». «La società - continua Ciucci - ha ricevuto dal Governo e dal Parlamento il compito di realizzare il Ponte sullo Stretto di Messina, un investimento di oltre 10 miliardi di euro, il più grande investimento italiano degli ultimi decenni e il ponte sospeso più lungo al mondo che sta riscuotendo interesse a livello mondiale. Per affrontare questo straordinario progetto la Società deve poter contare sulle migliori professionalità ingegneristiche e tecniche per poter dialogare, negoziare e controllare tutti i soggetti italiani e internazionali coinvolti nella realizzazione che possono contare su organizzazioni di primo livello. Chiarimento che non spegne le polemiche. Il tema è terreno di fuoco incrociato. Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri è una furia. «C'è il rischio di impoverire la pubblica amministrazione. Proporrò una norma che impedisce a personaggi esterni alle Istituzioni parlamentari di ricevere compensi ingenti. È il caso di Beppe Grillo che, da quanto si legge, incassa fondi rilevanti dal gruppo parlamentare grillino. Il mio emendamento sarà preciso e puntuale e sarà concepito in modo tale da superare ogni autodichia o interna corporis. I grillini infatti fanno i demagoghi su alcune questioni, poi usano i fondi parlamentari per riciclare gli sconfitti delle elezioni, tipo Taverna e company».

Dal fronte di sinistra, il verde Angelo Bonelli, che non vorrebbe il ponte per salvare il passaggio delle cicogne, attacca l'ad Cucci: «Non lo avevano avvertito che nel DL Asset c'è una norma che lo riguarda e che gli consentirà di accumulare pensione e compensi facendo saltare divieti di cumulo e limiti di compenso». Parola finale al Cdm.

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