Il ministro della Giustizia Usa, William Barr, ha denunciato in audizione al Senato che la campagna elettorale di Donald Trump, per le presidenziali del 2016, è stata «spiata» dalle agenzie di intelligence, durante l'amministrazione Obama, un'accusa già mossa in passato dal presidente americano. «Penso che ci sia stato spionaggio», ha detto Barr, «la domanda è se è stato dichiarato» in modo legale. «Ho il dovere di verificare che non ci sia stato abuso di potere», ha aggiunto.
Quasi contemporaneamente il leader Usa è tornato all'attacco del Russiagate, l'indagine su possibili connessioni e interferenze russe durante la campagna per le presidenziali: «È stata un'inchiesta illegale, partita illegalmente: un tradimento, un tentativo di golpe per far cadere un presidente». Il presidente ha ribadito la richiesta avanzata nei giorni scorsi: «Mi auguro che adesso il procuratore generale indaghi sull'origine di questa inchiesta». Il ministro della Giustizia, William Barr, ha già annunciato la costituzione di un team investigativo per appurare l'origine dell'inchiesta da parte dell'Fbi e le eventuali responsabilità.
Nella sua audizione al Senato, il ministro della Giustizia Barr ha assicurato che le parti del rapporto Mueller sul Russiagate che verranno oscurate, quando il documento sarà reso pubblico a metà mese, non saranno concordate con la Casa Bianca e che tutta l'operazione di omissis non è volta a proteggere la reputazione del presidente, Donald Trump.
Barr ha ribadito che uno dei motivi per cui verranno censurate alcune informazioni contenute nel rapporto è quello di proteggere la privacy di parti terze, non accusate di crimini. «Mi riferisco a persone che non occupano posti pubblici», ha tenuto a specificare.
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