Prima scrive due post su Facebook che hanno tutto il sapore di un macabro annuncio, poi passa ai fatti. Sabato sera la 35enne Vanda Grignani ha ucciso con una coltellata al torace il compagno Cristian Favara, 45 anni, dopo l'ennesima lite, a Trapani.
Nessuno ha compreso la gravità di quanto Vanda pubblicava sui social, anzi qualcuno le rispondeva cercando di consolarla. Lei invece era al colmo dell'ira e forse anche della delusione. «Ho chiesto aiuto si legge sul suo profilo Fb -. Questo pezzo di merda mi ha distrutto. Polizia e carabinieri di Trapani difendono lui. Ok va bene, sono stanca, ho perso tutti, non ho più niente da perdere. Perdonatemi». Un'amica le risponde che sta dicendo «tante fesserie» e le suggerisce di ascoltare «i buoni consigli». Il post di Vanda è di sabato alle 23.38. Ne aveva scritto un altro 2 minuti prima in cui annunciava che avrebbe fatto qualcosa «che non avrei mai pensato». Nello stesso post Vanda chiede scusa alla famiglia: «Scusate vi voglio bene a tutti, mi manca la mia famiglia, sono sola. Questo essere mi ha portato all'esasperazione» e denuncia, come farà nel post successivo, di non sentirsi seguita dalle istituzioni. «La polizia e carabinieri di Trapani sembrano che vadano d'accordo con lui. Stasera farò qualcosa che non avrei mai pensato. Vi amo perdonatemi», scrive.
Anche questo post non viene capito dagli amici. «Vanda cerca di stare calma tutto passa sta tranquilla scrive un'amica -. È solo un brutto momento, passerà. Dio e la Madonna ti aiuteranno, vedrai devi fare morire chi ti fa star così male e fregartene». Tutti erano al corrente della relazione burrascosa tra i due, che aveva portato Vanda ad allontanarsi dalla sua famiglia, e questo, soprattutto di recente, le stava pesando parecchio. Addirittura, al diffondersi della notizia di un omicidio a Trapani in casa di Vanda e Cristian, qualche amico aveva inizialmente pensato che la vittima fosse proprio lei. Vanda poco dopo i due post uccide il compagno. Cristian era in ritardo rispetto al termine ultimo delle 23, orario in cui, essendo stato colpito da una misura restrittiva, doveva essere a casa. Cristian, figlio di noti ristoratori di Trapani e anche lui per qualche tempo gestore di un locale, aveva precedenti penali per droga e omicidio colposo. Quest'ultima accusa, per la quale era stato condannato a 7 anni e sei mesi di reclusione, era connessa alla morte per overdose di un tossicodipendente a cui aveva ceduto la droga. Vanda, rinchiusa adesso nel carcere di Pagliarelli, a Palermo, ha confessato l'omicidio. Pare che sabato sera sia scoppiata per il ritardo di lui l'ennesima lite tra i due durante la quale lei lo ha pugnalato a una mano e al petto, perforando un polmone. Cristian sarebbe morto sul colpo. Ciò che non torna in questa versione sono i post pubblicati su Facebook, quello in cui Vanda scrive che avrebbe fatto qualcosa di male e anche la sua richiesta di perdono alla famiglia, messaggi che sembrano preannunciare un intento sono al vaglio dei carabinieri di Trapani.
Per accertare la dinamica dell'omicidio sono stati effettuati i rilievi nella casa del delitto, nel centro storico, alle spalle della
Cattedrale. Al vaglio degli inquirenti il profilo Facebook di Vanda, da cui emergono frammenti di solitudine, disperazione e richieste di aiuto anche attraverso la pubblicazione di poesie ora all'attenzione degli inquirenti.
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