Anche i mercati votano il nuovo governo. Bene aste Btp e spread

Le cassandre di sinistra smentite dai numeri. E per l'Europa il nostro debito è sostenibile

Anche i mercati votano il nuovo governo. Bene aste Btp e spread

Il governo Meloni comincia bene dal punto di vista dei mercati del debito pubblico. Ieri lo spread tra i Btp e i Bund tedeschi decennali è rimasto sostanzialmente invariato a quota 221 punti base, ma i rendimenti sono in calo. Il decennale di riferimento ha chiuso in calo ha chiuso in calo al 4,32% dal 4,35% di martedì (4,77% nel finale di venerdì). Inoltre le aste dei titoli di Stato ieri sono state positive. Il Tesoro ha venduto tutti i 4 miliardi di Btp a due anni e indicizzati a 5 e 10 anni con rendimenti in calo. In particolare, sono stati assegnati tutti i 2,5 miliardi di Btp a due anni, con rendimento in calo di 39 punti al 2,88%. Sono stati assegnati poi tutti i 750 milioni di Btp indicizzati a 5 anni con un rendimento dell'1,09% e tutti i 750 milioni di Btp indicizzati a 10 anni con rendimenti in calo di 23 punti al 2,22 per cento.

«L'avvio rapido e le idee chiare su quello che si farà sicuramente hanno contribuito a mantenere lo spread sui livelli attuali», ha commentato a caldo il presidente del gruppo assicurativo Unipol, Carlo Cimbri, sottolineando come il mood del nuovo esecutivo abbia sostanzialmente tranquillizzato i mercati. Secondo la banca d'investimenti svizzera Vontobel, «i posti chiave assegnati a figure moderate e pro-Ue con buoni legami con la Commissione europea, ad esempio con Giancarlo Giorgetti, riduce il rischio di frammentazione» della politica monetaria europea. Insomma, sono state generalmente apprezzate le dichiarazioni programmatiche di Meloni che hanno accennato a una legge di Bilancio non improntata all'avventurismo finanziario, ma a concentrare le poche risorse disponibili su un parziale primo abbassamento della pressione fiscale, una volta messa in sicurezza l'emergenza legata al caro-energia con la proroga dei provvedimenti già adottati dall'esecutivo Draghi.

Smentite, finora, le previsioni catastrofiste di una parte dell'opposizione di sinistra (Carlo Calenda incluso) che scommetteva su un peggioramento dello spread in seguito al perseguimento di politiche economiche velleitarie da parte del nuovo governo di centrodestra. Certo, sono passati quattro giorni dall'insediamento di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi ma il buon senso ha continuato a prevalere.

Occorre, tuttavia, ricordare che ci sono fattori esogeni che contribuiscono ad allentare le tensioni sui titoli di un Paese con oltre 2.700 miliardi di debito pubblico. Alcuni esperti di mercato ritengono che i rendimenti dei titoli di Stato incorporino già l'ulteriore innalzamento dei tassi di 75 punti base che la Bce quasi sicuramente oggi deciderà. E, dunque, non c'è ragione per vendere ma si può continuare a comprare. Prova ne sia che Standard & Poor's venerdì scorso ha confermato il rating «BBB-» dell'Italia. E lo conferma anche lo Europan Fiscal Board (Efb), organo di consulenza fiscale della Commissione Ue.

La sostenibilità del debito dell'Eurozona e dell'Italia non è visto come «un problema urgente», ma «siamo certamente preoccupati per la tendenza dei Paesi ad alto debito nel continuare ad accumulare debito», ha spiegato Niels Thygesen, presidente Efb. Il sentiero è sostenibile ma bisognerà porre attenzione al deficit, magari adattando il Patto di Stabilità alla situazione finanziaria dei singoli Stati.

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