Cinque giorni di lutto nazionale in Iran e uno nelle piazze antagoniste italiane.
Le manifestazioni di ieri - i soliti cortei anti-Israele del sabato - accese delle notizie arrivate da Beirut, hanno celebrato il leader di Hezbollah, «il fratello Nasrallah». E potrebbero essere state un delirante antipasto. Il 7 ottobre, ricorrenza di un massacro, rischia di essere trasformata in una celebrazione del terrorismo e in una sfida al governo. «Il 7 ottobre non è stato un problema - ha detto a Milano la figlia di un esponente di spicco dell'Associazione palestinesi in Italia - La liberazione della Palestina e di tutto il mondo arabo avverrà solo grazie ad una cosa: la resistenza ai sionisti, cancro del mondo». È sull'ignoranza e sull'odio che si mobilitano le piazze antagoniste, dove si incontrano i giovani palestinesi organizzati e le sigle politiche dell'estrema sinistra, che piangono un fanatico antisemita.
È appunto un assaggio di quello che potrà accadere in vista del 7 ottobre. «Si può uccidere un leader ma non la resistenza» dichiarano proprio i «Giovani palestinesi» che per il 5 ottobre, sabato, hanno promosso un corteo apertamente inneggiante al «movimento di liberazione nazionale» e quindi al barbaro attacco di un anno fa, definito come «l'offensiva palestinese». E basterà dire che la «locandina» della manifestazione del 5 ritrae un giovane col volto coperto dalla kefiah.
La «Sinistra per Israele» non ha esitato a definire «aberrante» questa piattaforma di «sostegno e solidarietà ad Hamas». Eppure - fatta eccezione per questa piccola componente filoisraeliana - la sinistra non pare più di tanto scandalizzata da questa apologia del terrore. Sicuramente una piattaforma simile ha allarmato le autorità di pubblica sicurezza, se è vero che il questore di Roma - come previsto dalla Costituzione - ha vietato il corteo e l'ha fatto un'ora dopo un comitato per l'ordine e la sicurezza - presieduto dal ministro Matteo Piantedosi - cui hanno partecipato apparati e servizi evidentemente in possesso di elementi degni di rilievo. Anche in Francia il ministro dell'Interno Bruno Retailleau ha chiesto ai prefetti di «rafforzare la vigilanza» in vista del 7.
Nonostante la firma negativa del questore, però, i «Giovani palestinesi» hanno fatto sapere che andranno in piazza lo stesso. E soffiano sul fuoco della tensione: «Scendiamo comunque in piazza! Non un passo indietro!».
Intanto sabato a Milano sarà in piazza la sinistra ufficiale, dal Pd alla Cgil ai 5 Stelle. Consueta linea pacifista - cioè faziosa e anti-occidentale - che invece di isolarle, non fa altro che regalare spazi alle frange più irresponsabili ed estremiste, ormai scatenate.
Per la Comunità ebraica di Roma, i sit-in di ieri
dimostrano cosa potrebbero diventare i cortei non autorizzati in occasione del 7 ottobre». «I terroristi possono sempre contare sui centri sociali» osserva amaro Riccardo De Corato Fdi e a lungo titolare della sicurezza a Milano.
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