Gian Marco Centinaio è il nuovo ministro dell’Agricoltura. Il Capogruppo della Lega al Senato, nato a Pavia il 31 ottobre 1971, è un lombardo purosangue e leghista doc, laureatosi nel 1999 in Scienze politiche con indirizzo economico-territoriale all'Università della sua città natale.
Di se stesso scrive: “Leghista fin dal primo vagito e con la passione per la politica nel sangue, già tesserato a 19 anni diventando militante nel 1994”.
La carriera politica di Centinaio
La sua scalata istituzionale inizia nel 1993 come presidente del Comitato di quartiere Città Giardino, per poi continuare in veste di consigliere comunale di Pavia fino al 2009, quando viene eletto vicesindaco e assessore alla Cultura. Dal 1999 al 2005 è segretario cittadino della Lega di Pavia e poi componente del direttivo cittadino. Approda a Palazzo Madama dopo le Politiche del 2013 diventando senatore del Carroccio. Da luglio 2014 è capogruppo al Senato e mantiene lo stesso incarico dopo il voto del 4 marzo.
I post al veleno di Centinaio contro i 5Stelle
Il neo ministro dell’Agricoltura ha un passato di tweet e post su Facebook al veleno contro il Movimento 5 Stelle, ora alleato della Lega in questo governo. Il più "famoso" è un cinguettio del 15 marzo 2013, nel quale Centinaio scrisse "Grillo muori e basta" all’indirizzo del fondatore del Movimento pentastellato. Tre anni più tardi, in un post su Facebook, datato 7 febbraio 2016, Centinaio apostrofò l’attuale leader pentastellato – e neo ministro del Lavoro – Luigi Di Maio come un "furbone che prima cerca di capire cosa gli conviene di più e poi, tra qualche giorno, ci dirà il #dimaiopensiero, il fenomeno. Ed i grillini ci cascano". Ma Di Maio fu attaccato nuovamente anche in un messaggio del settembre 2017, nel quale si può leggere "Ma chi ti vuole???" in risposta alla possibile alleanza di governo paventata dal 31enne grillino con la Lega.
Gli insulti di Centinaio a Grasso
Indimenticabile, infine, la sbraitata contro l’allora presidente del Senato Pietro Grasso, in occasione della discussone sullo
Ius soli, quanso il leghista apostrofò la seconda carica dello Stato come un"infame e terrone di emme".Insomma, si preannuncia una convivenza difficile con gli alleati grillini.
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