Affari di famiglia per il Governatore pugliese. I fratelli di Michele Emiliano, Simonetta e Alessandro, si aggiudicano un appalto da 41mila euro per arredare il punto ristoro e la biblioteca del Consiglio regionale, il tutto con un affidamento a trattativa diretta e con un ribasso risibile: l'uno per cento.
Ma il family business tra la Regione e la società «Emiliano srl» - specializzata in arredamento e allestimento di negozi e fondata dal padre del Governatore, Giovanni, nel 1969 - sarebbe avvenuta, ça va sans dire, all'insaputa del presidente della giunta. Che da bravo primogenito conosce, ovviamente, tanto i suoi fratelli (Alessandro è stato anche coordinatore e amministratore della Lista Emiliano in occasione delle comunali del 2009) quanto la storica azienda di famiglia, ma che ha subito chiarito, con il Corriere del Mezzogiorno che per primo ha dato la notizia, di essere «all'oscuro» dell'appalto che, per la sua tipologia, hanno spiegato fonti vicine al Governatore, «non passa assolutamente dal livello politico, ma è una procedura dirigenziale del Consiglio Regionale». La «colpa» sarebbe dunque di una funzionaria regionale, Rosamaria Falcone, che su quella delibera ha messo la firma e che ora avrebbe confidato alle persone a lei vicine, secondo l'Adnkronos, di essere «dispiaciuta» e «affranta» per il polverone scatenato, ma anche «tranquilla e serena» perché tutto è stato fatto in regola: «Sono stata io a fare l'indagine di mercato e la richiesta di preventivo. Del resto, quell'azienda è leader nel settore. Ma non sapevo che quella società fosse dei fratelli del governatore... Io non sono neanche pugliese», si sarebbe giustificata. Aggiungendo di non aver nemmeno «mai incontrato Emiliano».
Ma se l'ex «sindaco sceriffo» di Bari sospira e cade dalle nuvole, chi sapeva certamente con chi stava facendo affari sono proprio i suoi fratelli. E se il Governatore non ha commentato pubblicamente ma sarebbe irritato dal business inopportuno, è la presidente del Consiglio regionale Loredana Capone a farsi carico del mea culpa, ribadendo sì la legittimità dell'appalto, ma con uno slancio di buon senso - anche «l'inopportunità dell'invito e la conseguente partecipazione della ditta Emiliano srl ad una procedura bandita dall'amministrazione regionale».
E se in consiglio le opposizioni borbottano, a puntare l'indice è anche la parlamentare pugliese di Fdi Mariangela Matera, che al presidente caduto dalle nubi di zaloniana memoria crede poco.
Tanto da definire la vicenda una «rappresentazione plastica di questi quasi 10 anni di governo regionale» e critica la «gestione spregiudicata» e «inopportuna» del Governatore, a suo dire «finalizzata solo al potere impunito, tanto da considerare normale fare una ricerca di mercato per l'acquisto di arredi e chiamare la Emiliano Srl, oggi società del fratello e della sorella del governatore».
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