Argentina, fermata coppia italiana. "La bimba nata con l'utero in affitto"

I due uomini hanno ammesso di aver concordato la gravidanza. Non possono lasciare il Paese

Argentina, fermata coppia italiana. "La bimba nata con l'utero in affitto"
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Mancavano pochi minuti alla mezzanotte quando due italiani venerdì scorso, ma la notizia è uscita solo in queste ore, sono stati fermati all'aeroporto di Buenos Aires mentre cercavano di imbarcarsi su un volo Air France per tornare in Italia insieme a una neonata di poco più di due settimane. La bambina, nata a Buenos Aires, è frutto di una gravidanza surrogata. A bloccarli è stata la decisione di un tribunale argentino che ha aperto un procedimento penale contro la coppia di due uomini e la donna che, secondo la giustizia, dietro compenso, aveva portato avanti la gestazione e partorito la bambina per loro.

Come riferisce il quotidiano argentino La Nación nei documenti la bambina risulta essere figlia della donna che l'ha partorita e di uno dei due uomini. La giovane madre, 28 anni, originaria di Rosario, secondo i giudici ha concepito la bambina per gravi problemi economici. «È in una situazione di estrema vulnerabilità», ha dichiarato un funzionario che segue il caso.

Nel mirino degli inquirenti tuttavia non sarebbero i due cittadini italiani, per i quali è stato comunque decretato il divieto di lasciare il paese, né la la giovane madre, ma l'organizzazione che secondo i giudici è dietro a questa storia e che opera a Rosario. La giustizia argentina la accusa di sfruttare da un lato le necessità di donne in situazione di estrema vulnerabilità e dall'altro il desidero di avere un figlio di persone benestanti. Dalle prime investigazioni è emerso che l'organizzazione ha pagato alla donna un decimo di quanto ricevuto dalla coppia e che nel pacchetto erano inclusi le cure mediche, un alloggio dove stare durante la gravidanza e il parto. Secondo quanto riferisce La Nación la bambina è attualmente affidata alla coppia in un appartamento a Buenos Aires. I due italiani si sono impegnati a non portarla via, al momento, dal Paese.

Gli agenti della dogana argentina avevano dato l'allerta mercoledì scorso, quando la ragazza si era presentata all'aeroporto Jorge Newbery di Buenos Aires con un italiano dicendo di volerlo autorizzare a viaggiare da solo con il loro bambino. Le autorità avevano notato che la madre appariva molto distante dal neonato. Altri tentativi fatti nei giorni successivi hanno poi portato la giustizia a intervenire. «È una questione quella della maternità surrogata che non è stata legiferata in Argentina. La stiamo studiando.

È un caso molto difficile», ha dichiarato un funzionario che si occupa del caso, precisando che non è ancora chiaro quale sia il reato in cui si inquadrerebbe quanto accaduto o chi possano essere considerati i responsabili, anche se il dito viene puntato adesso contro coloro che hanno messo in piedi quello che il funzionario ha definito «un vero e proprio business». Dal 16 ottobre l'Italia considera la maternità surrogata come un reato universale, e la coppia fermata in Argentina rischia quindi l'apertura di un procedimento penale anche in patria.

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