Arnault, il picchiatore anarchico schierato dal Fronte popolare (e schedato nelle liste del terrore)

Il candidato anti-Israele e dalle "maniere forti" considerato un pericolo come gli estremisti islamici

Arnault, il picchiatore anarchico schierato dal Fronte popolare (e schedato nelle liste del terrore)
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Pur di fermare alle imminenti elezioni legislative le destre di Le Pen, Bardella e Ciotti, le Nouveau Front Populaire non si fa scrupoli e raschia il fondo del bidone della gauche transalpina arruolando nelle sue liste personaggi decotti e sbiaditi come il discusso ex presidente socialista François Hollande o tizi poco o per nulla raccomandabili.

Tra questi spicca Raphael Arnault, oggi candidato del Nouvel Front ad Avignone nella circoscrizione del Vaucluse. Non si tratta certo di un novizio della scena politica. L'aspirante deputato è da svariati anni il portavoce di Jeune Garde, un gruppuscolo anarcoide noto alle cronache soltanto per le sue «maniere forti» usate a 360 gradi: minacce, pestaggi, aggressioni, scontri, espropri e altre facezie.

Da buon capetto estremista, Arnault è sempre stato alla testa dei suoi scherani distinguendosi e rivendicando apertamente sui social le sue «gesta». Qualche esempio. Nel dicembre 2021 il manesco giovanotto aggredì un manipolo di militanti macronisti, nel marzo 2023 all'Università di Lione 3 fu tra gli autori di un sanguinoso agguato ai danni di uno studente di destra e, poco dopo, condusse un assalto ad un bar «nemico» a Lille. Durante le scorse presidenziali nella stazione di Lione Arnault tentò di picchiare il giornalista Eric Zemmour, allora in lizza per l'Eliseo, e nel frattempo ha ripetutamente minacciato di morte Alice Cordier, direttrice del collettivo Nèmèsis, un gruppo femminista identitario.

Ovviamente il suo proclamato antifascismo militante s'intreccia ad un odio viscerale verso Israele. Sempre presente alle manifestazioni pro Palestina, il sempre impunito Raphael si è distinto per le sue appassionate concioni contro gli «assassini sionisti» al punto da meritarsi una denuncia per apologia del terrorismo. E proprio in quell'occasione i giudici hanno rivelato che Arnault è da tempo inserito nelle cosiddette «fiche S», una lista riservata di persone sospettate dalle forze dell'ordine di minacciare la «sicurezza dello Stato». Nei circa trentamila nominativi ci sono soprattutto presunti terroristi islamici assieme ad estremisti d'ogni colore e tendenza.

Ovviamente la «fiche S» non impedisce di presentarsi alle elezioni o di essere eletto, ma di certo non rappresenta un bel biglietto da visita da presentare agli elettori. Anzi. Sommamente imbarazzati i rappresentanti frontisti del Vaucluse hanno protestato con i capi di Parigi minacciando di appoggiare candidati meno ingombranti, ma Arnault se ne infischia apertamente.

Il suo sponsor è l'ancora potente Jean-Luc Mélenchon, leader de La France Insomise, l'espressione della gauche più radicale, socio di peso del nuovo cartello elettorale sinistroso e, in caso di vittoria del Nouvel Front Populaire, possibile premier del prossimo governo. Per lui un picchiatore sugli scranni dell'Assemblée Nationale non è di certo un problema. Del resto c'è già una presunta martellatrice assisa sulle confortevoli poltrone di Bruxelles.

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