Arrestato il vino di D'Alema

Milioni, mazzette e bottiglie: manette nel Pd e nella super coop

Dopo Lupi, D'Alema. I malpensanti diranno che chi attraversa la strada di Renzi si ritrova con la faccia nel fango. È la teoria del gatto nero, che si specchia con quella governativa dei gufi. La realtà è meno scaramantica e forse anche un po' più preoccupante. Lupi e D'Alema non sono indagati, ma la condanna delle intercettazioni vale più di una sentenza. Sono le frasi a effetto che fanno la differenza, i simboli. A Maurizio Lupi sono stati fatali la mezza raccomandazione a favore del figlio e l'orologio superlusso, per D'Alema il vino comprato dalla Coop coinvolta nello scandalo e il dialogo «rubato» tra due esponenti della stessa cooperativa. Ecco cosa si sono detti: «Ci sono politici che mettono le mani nella merda e quelli che non lo fanno. D'Alema mette le mani nella merda come ha già fatto con noi. Ci ha dato delle cose».

Quello che un tempo era l'uomo forte del Pd urla tutta la sua rabbia contro questo gioco di ventilatori. Si chiede come sia possibile che queste intercettazioni del tutto irrilevanti ai fini dell'inchiesta finiscano su stampa e tv. Perché? Con quale obiettivo? Secondo quale legge ed etica?

Benvenuto a giustiziopoli. D'Alema ha fatto conoscenza con il metodo Woodcock, il pm acchiappavip, che da Fabrizio Corona a Vittorio Emanuele, da vallettopoli alla famiglia Mastella si è specializzato nel tanto rumore per nulla. Solo che le risposte alle sue domande sono tutte a sinistra. Le procure da almeno vent'anni i processi li fanno prima. Le intercettazioni da strumento utile per le indagini sono ormai una gogna politica. Ed è certo che le carte non escano da sole dagli uffici giudiziari per accomodarsi nelle pagine dei giornali. C'è qualcuno che le passa e spesso sceglie i tempi dell'uscita. L'indignazione di D'Alema è arrivata con decenni di ritardo. Non era lui quello della scossa sulla testa di Berlusconi?

Ma peggio di D'Alema stanno le Coop rosse. Non c'è inchiesta che negli ultimi tempi non le veda protagoniste. È la caduta buzziana di Mafia capitale, è l'affare delle grandi opere, e questa volta a Ischia finisce nella polvere la Cpl Concordia, re del metano e una delle cooperative più antiche d'Italia. Sembra la fine di un sogno, di un'utopia. C'era una volta la coop sei tu, il sogno padano della terza via tra capitalismo e comunismo.

La coop riconosciuta e protetta dalla Costituzione. C'è da chiedersi invece come la ragnatela delle Coop rosse sia diventata una fabbrica di appalti sospetti, in una zona grigia di politica e affari. Una cooperazione a delinquere.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica